venerdì 17 marzo 2017

Harry Potter e i doni della Morte - Parte Seconda (Michele Sabia)

Capitolo 18: Durante la giornata seguente Harry si alzò ripensando a ciò che gli era successo la sera precedente e discutendo un po’ con Hermione scopre che la ragazza aveva rubato un libro a casa di Bathilda il giorno prima. il titolo era “Vita e menzogne di Albus Silente”.
Leggendo una delle pagine del libro, Harry conferma i dubbi che aveva sul suo professore e ne rimane sconcertato dopo la lettura, scoprendo che colui che aveva da sempre ammirato, era una persona avida di potere e che aveva cercato di nascondere il suo passato.
D'altronde, Hermione gli assicura che le cose scritte su quel libro sono baggianate e che non devono rovinare il ricordo che Harry ha di Silente.
Capitolo 19:Quel giorno i due erano decisi a partire e, dopo aver fatto le “valigie”, si smaterializzano in una strana foresta innevata: la foresta di Dean, nella quale era andata Hermione in campeggio, da bambina.
Dopo qualche giorno dall’arrivo, Harry si ritrova a fare la guardia in un pomeriggio di freddo assoluto. Sembrava che ad ogni secondo che passava, qualcuno lo osservasse da dietro gli alberi, ma d’un tratto una candida cerva bianca sbucò dal nulla. Non era magia oscura ed, anche se sarebbe potuta essere una trappola, Harry decise di seguirla. Dopo averla persa di vista, però, egli si ritrova spaesato.
Accesa la luce della bacchetta, dunque, il ragazzo scorge un piccolo laghetto vicino ai suoi piedi e guardando più attentamente, una piccola croce brilla sul suo fondo… Era una spada, la Spada di Godric Grifondoro.
La sua emozione era incontenibile, ma doveva escogitare un modo per acciuffarla: con gli incantesimi di appello non andava, nemmeno chiedendole aiuto; ma, ripensando ai valori di un vero alunno di grifondoro, Harry capisce che, l’unico modo per recuperare la spada, sarebbe stato tuffarsi nel laghetto.
A tal punto egli si sveste e si immerge nell’acqua congelata del lago. Una volta afferrata l’elsa della spada, una forte stretta, però, gli si avvolge attorno al collo: non erano alghe, ma la catenina dell’horcrux, che sembrava avesse preso vita; sarebbe presto morto annegato, non poteva far nulla.
Harry chiuse gli occhi ed al suo risveglio si ritrovò steso a terra a faccia in giù sulla neve. Accanto a lui il suo salvatore tossiva ed era esausto. Costui non era Hermione, ma Ron e teneva nelle mani il medaglione e la spada, appena recuperata.
Harry stentava ancora a credere che il suo migliore amico, fosse ritornato a salvargli la vita, ma sapeva che era stato il minimo per farsi perdonare. A questo punto non mancava altro che distruggere l’horcrux  e testare la spada.
Il compito fu di Ron ,che riuscì a non farsi ingannare dall’oggetto malvagio, e lo distrusse con un colpo secco. Fatto ritorno da Hermione, lei non prende con molto piacere il ritorno di Ron che li aveva abbandonati, fregandosene della vita dei suoi migliori amici e del viaggio per distruggere gli horcrux.
Dopo aver raccontato la sua storia, di come aveva fatto a raggiungerli grazie al suo deluminatore, del rimorso che aveva dopo essersene andato, riesce a far calmare la sua amica, che, però, è sempre pronta a vendicarsi
Capitolo 20:Il giorno seguente, come dall’inizio del loro viaggio, Hermione continua a chiedersi cosa significhi quel triangolo strano, con al centro un cerchio ed un segmento. L’interrogativo poteva essere risolto solo da una persona che loro conoscevano: il signor. Lovegood.
A primo impatto Harry non è d’accordo con la proposta, ma si fa convincere con la certezza che di seguito i tre avrebbero continuato la loro ricerca degli horcrux.
Fortunatamente Ron era a conoscenza della dimora dei Lovegood e, perciò, fu facile da trovare.
Entrati in casa i tre pongono subito una domanda a Xenophilius su cosa significasse quel simbolo che egli portava spesso al collo.
Capitolo 21: A questo punto, il signor. Lovegood spiega ai tre ragazzi curiosi che quello è soltanto il simbolo della leggenda dei tre fratelli, narrata sulle fiabe di Beda il Bardo.
Ora non restava altro che andare a leggerla:
“C’erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo qualche tempo, i fratelli giunsero a un fiume troppo profondo per guardarlo e troppo pericoloso per attraversarlo a nuoto. Tuttavia erano versati nelle arti magiche, e così bastò loro agitare le bacchette per far comparire un ponte sopra le acque infide. Ne avevano percorso metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata. E la Morte parlò a loro. Era arrabbiata perchè tre nuove vittime l’avevano appena imbrogliata: di solito i viaggiatori annegavano nel fiume.
Ma la Morte era astuta. Finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle.
Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo: una bacchetta che facesse vincere al suo possessore ogni duello, uan bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte! Così la Morte si avvicino a un albero di sambuco sulla riva del fiume, prese un ramo e ne fece una bacchetta, che diede al fratello maggiore.
Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più la Morte e chiese il potere di richiamare altri dalla Morte. Così la Morte raccolse un sasso dalla riva del fiume e lo diede al secondo fratello, dicendogli che quel sasso aveva il potere di riportare in vita i morti.
Infine la Morte chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderava. Il fratello più giovane era il più umile e anche il più saggio dei tre, e non si fidava della Morte. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio Mantello dell’Invisibilità.
Poi la Morte si scansò e consentì ai tre fratelli di continuare il loro cammino, e così essi fecero, discutendo con meraviglia dell’avventura che avevano vissuto e ammirando i premi che la Morte aveva loro elargito.
A tempo debito i fratelli si separarono e ognuno andò per la sua strada.
Il primo fratello viaggiò per un’altra settimana o più, e quando ebbe raggiunto un lontano villaggio andò a cercare un altro mago con cui aveva da tempo una disputa. Armato della Bacchetta di Sambuco, non potè mancare di vincere il duello che seguì. Lasciò il nemico a terra, morto, ed entrò in una locanda, dove si vantò a gran voce della potente bacchetta che aveva sottratto alla Morte in persona e di come essa l’aveva reso invincibile. Quella stessa notte, un altro mago si avvicinò furtivo al giaciglio dove dormiva il primo fratello, ubriaco fradicio. Il ladro rubò la bacchetta e per buona misura tagliò la gola al fratello più anziano. E fu così che la Morte chiamo a se il primo fratello.
Nel frattempo, il secondo fratello era tornato a casa propria, dove viveva solo. Estrasse la pietra che aveva il potere di richiamare in vita i defunti e la girò tra volte nella mano. Con sua gioia e stupore, la figura della fanciulla che aveva sperato di sposare prima della di lei prematura morte gli apparve subito davanti.
Ma era triste e fredda, separata da lui come un velo. Anche se era tornata nel mondo dei mortali, non ne faceva veramente parte e soffriva. Alla fine il secondo fratello, reso folle dal suo disperato desiderio, si tolse la vita per potersi davvero riunire a lei.
E fu così che la Morte chiamò a sè il secondo fratello.
Ma sebbene la Morte avesse cercato il terzo fratello per molti anni, non riuscì mai a trovarlo. Fu solo quando ebbe raggiunto una veneranda età che il fratello più giovane si tolse infine il Mantello dell’Invisibilità e lo regalò a suo figlio. Dopodichè salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, da pari a pari, congedandosi da questa vita.”
Finito il racconto, Xenophilius spiega ai ragazzi che i Doni che aveva dato la morte ai tre fratelli, insieme, formavano i Doni della Morte, i quali avrebbero reso padrone della morte il possessore di tutti e tre gli oggetti.
La scoperta di Harry di essere possessore di uno dei doni della morte, lo rendeva particolarmente fiero di sé e voleva cecare di trovare anche gli altri due.
In tutto ciò, però, la povera Luna non si era fatta ancora vedere e Xenophilius, alla domanda di dove fosse, sembrava imbarazzato.
Più tardi la andò a chiamare, almeno così aveva detto, ma “stranamente”, qualche minuto dopo due mangiamorte fecero il loro ingresso nella casa.
La verità era che la povera Luna era stata resa prigioniera, dato che Xenophillius favoreggiava Harry,  e per quel motivo non era in casa. Il padre, furbamente, aveva spedito una lettera al Ministero della Magia, nella quale scritto detto che,  ”l’indesiderabile  numero 1”, era in casa sua. La ricompensa alla sua cattura, ovviamente, sarebbe stata  la liberazione della figlia.
Sentendo i due dipendenti del Ministero arrivare in casa, i tre ragazzi rabbrividiscono e pensano a qualcosa da fare per fuggire.
Fortunatamente, i due mangiamorte, non si fidarono di salire al piano superiore a controllare di persona se Harry fosse lì, per paura di una trappola, e quindi fu il signor Lovegood a dover portare loro il ragazzo.
A questo punto, però, Hermione ha un lampo di genio e decide di procedere secondo i suoi piani: per prima cosa coprì Ron col mantello dell’invisibilità, poi, quando Xenophilius arrivò a destinazione, gli scagliò contro un incantesimo di memoria, facendogli dimenticare l’accaduto. Infine, scagliò un altro incantesimo contro il pavimento, per far sì che si rompesse. Così facendo, caddero giù e si smaterializzarono a mezz’aria, riuscendo nel loro intento, infatti, i due mangiamorte, avevano avuto la possibilità di vedere Harry e di constatare che il signor Lovegood non mentiva; non avevano visto Ron, che sarebbe dovuto essere a casa con la spruzzolosi; avevano fatto perdere la memoria a Xenophilius, così che non avrebbe potuto rivelare cosa avevano escogitato i tre per scappare.
Capitolo 22: Dopo essersi smaterializzati  in una foresta sperduta, i tre ragazzi iniziarono il loro solito compito, ovvero, montare la tenda e scagliare  incantesimi a protezione del loro accampamento.
Appena finito di sistemare tutto, Harry e Ron iniziarono a complimentarsi con Hermione per la sua bravura e discussero del tema Doni della Morte, che secondo Ron ed Hermione dovevano essere messi da parte, almeno momentaneamente.
Harry, però, non ci stava e l’idea di poter diventare padrone della morte lo eccitava. Poi, d’un tratto, un ricordo riempì la sua mente: era Marvolo Gaunt, il nonno di Lord Voldemort, che  mostrava il suo anello con una pietra con sopra un simbolo che si leggeva a malapena. Di seguito, collegò questo al fatto che quella pietra potesse essere la Pietra della Resurrezione, dato che il vecchio sosteneva di discendere dai Peverrell. Infondo, non aveva tutti i torti Harry e credeva che Silente avesse messo quell’oggetto nel boccino.
Tutta l’euforia, che avevano generato le ultime scoperte, svanì, dato che il ragazzo riuscì a comprendere quale  era la bacchetta che tanto voleva Voldemort, non una nuova, bensì una molto vecchia, la Stecca della Morte, che lo avrebbe reso invincibile. Probabilmente, però, egli non era a conoscenza della Storia dei tre Fratelli e, quindi, dell’esistenza degli altri doni.
Alla fine dei suoi ragionamenti, però, Harry riesce a confermare che egli è un discendente della famiglia Peverrell, anche se i suoi amici stentano a crederci.
I giorni seguenti, furono trascorsi alla ricerca di possibili luoghi dove  era possibile trovare un horcrux. Una sera, però, accampatisi vicino una costa, Ron svela ai suoi compagni che, il canale radio che cercava di ascoltare  tutte le sere, era Radio Potter, che diceva la verità, ma era difficile accedervi a causa della parola segreta. Dopo numerosi tentativi, Ron riuscì a sintonizzarvisi ed i tre scoprirono che i quattro  direttori erano Lee Jordan, Remus Lupin, Fred Weasley e Kingsley, ovviamente tutti con nomi in codice per non essere rintacciati.
La notizia del giorno, era la morte di Ted Tonks, Dirk Cresswell e un goblin di nome Gornuk. Il resto della squadra, invece, era sopravvissuto: Dean Thomas e un altro elfo.
Alla fine della trasmissione, i tre discutono e Harry, purtroppo, si lascia andare e pronuncia il nome “Voldemort” che di quei tempi era divenuto un tabù e, quindi, sei mangiamorte si smaterializzarono all’istante di fronte la tenda, anche se non potevano né vederli, né sentirli, grazie agli incantesimi di protezione.
Capitolo 23: A questo punto i tre ragazzi non avevano via di scampo e furono costretti a consegnarsi. Prima di ciò, però, Hermione, furbamente, scagliò un incantesimo contro Harry, in modo da renderlo irriconoscibile ai mangiamorte.
Usciti dal loro nascondiglio, furono legati insieme ad altri prigionieri e furono subito sottoposti ad un interrogatorio. Ovviamente, i tre inventarono dei nomi al momento, per non svelare la loro vera identità.
Furono subito scoperti, però, grazie ai giornali che i ghermidori avevano recuperato nella loro tenda, insieme alla spada di Grifondoro. Harry, che aveva la faccia molto gonfia, che lo rendeva difficile da riconoscere, non fu scoperto e si decise di farlo controllare da chi lo conosceva meglio di loro.
Il gruppo di mangiamorte decise di portare i prigionieri alla Villa dei Malfoy, che, di solito, era la loro base segreta. Arrivati qui, venne chiamato Draco, compagno di scuola dei tre ragazzi, al quale fu affidato il compito di riconoscere il ragazzo.
Fortunatamente, o per sua volontà, o perché non lo aveva riconosciuto davvero, Droco sostiene di non essere sicuro sull’identità del ragazzo.
Dopo di Harry, anche i suoi compagni di viaggio vengono controllati e la vera identità di Ron ed Hermione viene scoperta.
Dopo aver portato i prigionieri nei sotterranei, Bellatrix chiede di interrogare Hermione su dove avessero preso quella Spada, che sarebbe dovuta essere custodita nelle profondità della Gringott, al sicuro. La ragazza, nonostante sia sottoposta alla Maledizione Cruciatus, riesce ad inventarsi una storiella, facendo credere a Bellatrix che quella fosse solo uno falso.

Nel frattempo, Harry e Ron, incontrarono i loro amici nei sotterranei: Luna Lovegood, Dean Thomas, il fabbricante di bacchette Ollivander e il goblin Griphook. A quest’ultimo viene chiesto di salire al piano superiore per individuare la falsità, oppure l’originalità, della spada.
Egli, però, viene “corrotto” da Harry e Ron; infatti, dopo aver esaminato la spada, il goblin afferma che questa è un falso, mantenendo la promessa fatta.
In quell’istante, però, un piccolo scoppiettio annuncia l’arrivo di Dobby, che si era smaterializzato nei sotterranei della villa per salvare i suoi amici.
A questo punto, insieme a lui, si smterializzano anche Luna, Dean ed il signor Ollivander, che si sarebbero rifugiati in casa di Bill e Fleur. Gli altri due ragazzi sarebbero restati lì ancora per un po’,  per salvare la loro amica ed il goblin.
 A causa del rumore generato dalla smaterializzazione, viene mandato, nuovamente,  Peter Pettigrew  a controllare i sotterranei. Qui, essendo rimasti soli, Ron ed Harry, aggrediscono Codaliscia, tappandogli la bocca per impedire che chiamasse aiuto. A questo punto, attraverso la sua mano matallica, egli crca di strangolare i suoi aggressori, ma, a causa di un gesto di solidarietà verso di loro, l’arma si rivolta verso di lui, strangolandolo e facendolo morire.
Presa la sua bacchetta, i due si incamminano per andare a salvare la povera Hermione. Qui, però, sono costretti a posare le loro bacchette a terra, per evitare che la loro amica verga uccisa.
Dopo aver depositato le “armi”, queste vengono raccolte, ma arriva in loro aiuto l’elfo Dobby, di ritorno da Shell Cottage, la casa di Bill e Fleur.
Qui fa crollare il lampadario, creando un po’ di scompiglio e permettendo ai ragazzi di liberarsi e recuperare le bacchette e la spada, per poi fuggire. Al momento della loro smaterializzazione, però, Bellatrix scaglia il suo pugnale di argento contro il gruppetto, che sta per lasciare la villa.
Questo colpisce il piccolo corpo del povero Dobby, un elfo libero, morto per salvare i suoi amici, morto per amore, ma ora c’era un interrogativo nella mente di Harry: chi era stato a mandare l’elfo,  per permettere che li salvasse ?

Capitolo 24:Arrivati a Shell Cottage, il corpo di Dobby giaceva tra le braccia di Harry, che nutriva un grande senso di colpa verso di lui. Aveva ancora il pugnale infilzato nel petto, che venne estratto dal ragazzo, ma riuscì a pronunciare le sue ultime parole: “Harry… Potter…”
Di seguito penso che quest’ultimo era degno di una sepoltura, che però decise di scavare senza l’uso della magia, godendo del lavoro manuale.
Dopo aver creato un fosso abbastanza profondo, coprì il corpo del suo amico con la sua giacca e, seguendo il consiglio di Luna, chiudendogli le palpebre degli occhi, in modo tale che sarebbe parso dormire.
Alla fine, coprirono il fosso con della terra, dopodichè vennero recitate alcune parole in suo onore e tutti fecero rientro in casa, eccetto Harry che voleva preparare al suo amico una lastra di pietra con su scritto:” Qui giace Dobby, un Elfo Libero”, per poter individuare la tomba.

Il giorno seguente, dopo aver riflettuto sull’accaduto, Harry decide di voler parlare con Griphook ed Ollivander, in privato, assieme ad Hermione e Ron.
Anche se all’inizio è un po’ contrario, a causa delle condizioni fisiche dei due, Bill permette ad i ragazzi di parlare con questi.
Il primo con il quale i tre decidono di conversare è il goblin. Entrati nella sua piccola dimora, Harry cerca di essere cauto nel parlare con lui e di fargli seguire un filo logico, prima di effettuare la sua richiesta.
Le parole, però, escono quasi involontariamente dalla sua bocca, passando subito al punto: la sua richiesta era entrare nella camera blindata dei Lestrange alla Gringott, dove avrebbero trovato il quarto horcrux.
Ovviamente, il ragazzo non specificò le tutte le sue intenzioni al goblin, che, però, non era sicuro se aiutarli o meno, promettendo loro che ci avrebbe pensato su.
Dopo di lui, toccò al fabbricante di bacchette, il quale, a seguito alla sua tortura, era quasi privo di forze. La prima domanda, che venne posta al signor Ollivander,  fu la possibilità di riparare la bacchetta spezzata di Harry. La risposta fu negativa, ma il ragazzo lo aveva immaginato. Il secondo interrogativo che fu posto al fabbricante di bacchette, fu l’identificazione delle bacchette che avevano recuperato a Villa Malfoy: la bacchetta di Draco, che ora aveva come possessore Harry; la bacchetta di Peter Pettigrew, che ora apparteneva a Ron; infine quella di Bellatrix, che non era stata conquistata.
Finite le domande sulle bacchette  che avevano preso, Harry chiese ad Ollivnder se era a conoscenza della Bacchetta di Sambuco, la Stecca della Morte, che aveva segnato la storia.
Egli impallidì immediatamente e, scoprendo che Harry era a conoscenza di ciò che aveva subito, diventò di un colore molto chiaro. Alla fine, però, rispose dicendo che quella bacchetta era molto affascinante, soprattutto per coloro che conoscevano l’arte delle bacchette, ma rendeva il suo proprietario molto vulnerabile, perché, appunto, era desiderata dalla maggior parte dei maghi.
Dopodichè si “scusò” in particolare con Harry, per aver rivelato quei segreti al Signore Oscuro, che lo aveva sfruttato attraverso la Maledizione Cruciatus.
Alla fine il signor Ollivander, molto stanco, si assopì ed i tre ragazzi lasciarono la stanza ringraziandolo per il suo aiuto. Dopo essere usciti, però, Harry si lascia andare, permettendo di entrare nella mente di Voldemort: qui vede il Signore Oscuro che, alle porte di Hogwarts, è in compagnia di Piton, preside della scuola, il quale lo lascia entrare. A tal punto, egli effettua un incantesimo di disillusione su sé stesso per non essere visto e si avvicina al lago della scuola, dove fa emergere la tomba dell’ex preside di Hogwarts. Dopo aver spaccato in due la lastra di marmo, scorge il corpo privo di vita di Albus Silente, e poi eccola lì, custodita tra le sue mani, la Bacchetta di Sambuco, la quale aveva sottratto a Grindelwald: aveva pensato davvero che non avrebbe osato violare la sua tomba una volta morto? Che ingenuo Albus… Ora, però, il nuovo proprietario era lui e nessuno poteva più fermarlo…
Capitolo 25: Nei giorni seguenti, i ragazzi si chiesero se Griphook avesse accettato la loro richiesta e chi fosse stato a mandare l’elfo Dobby per salvarli…
Vi erano molte domande senza risposta, ma avevano imparato a conviverci.
Quel giorno, però, il goblin chiese loro di salire in camera sua. Qui annuncia di voler aiutare il trio ad entrare nella Gringott, a patto che loro avessero dato qualcosa di molto prezioso in cambio, non oro, non bacchette, ma la Spada di Godric Grifondoro. Anche se con malavoglia, i tre accettano, anche se non specificano quando avrebbero consegnato l’arma al goblin.
Quella sera, inoltre, arrivò in casa Remus Lupin ad annunciare la nascita del figlio maschio : Ted. Dopo aver ricevuto gli auguri da tutti i presenti, infine, Remus chiede ad Harry se era disponibile per fare da padrino al figlio, dimenticando l’accaduto di qualche mese prima a Grimmauld Place, dove i due avevano litigato.
Il ragazzo, felice della proposta, risponde affermativamente e, di seguito, si brinda  per la nascita del piccolo Ted.
Dopo un po’, però, Lupin lascia la casa e con lui anche Ollivander, che si trasferisce dalla zia di Ron, Muriel, dove lo aspetta tutta la famiglia Weasley.
Capitolo 26: Il mattino seguente era tutto pronto per entrare nella Gringott ed i ragazzi si ripromisero che non avrebbero dovuto salutare Bill e Fleur, perché meno sapevano della loro missione, meglio era.

Alle sei del mattino, erano tutti in piedi al confine della casa, dove terminava l’Incanto Fidelius: il piano comprendeva la trasformazione di Hermione in Bellatrix, attraverso la pozione polisucco, grazie ad un suo capello che era rimasto attaccato al maglione della ragazza, durante il soggiorno a Villa Malfoy; Harry ed il goblin sarebbero rimasti sotto il mantello dell’invisibilità, per non dare nell’occhio; Ron, invece, avrebbe subito delle trasformazioni con degli incantesimi, a causa della mancanza della pozione polisucco.

Arrivati a Diagon Alley, non avrebbero potuto dare di più nell’occhio, ciò che non desideravano, infatti, uno strano signore aveva bloccato la strada a Bellatrix (Hermione), affermando che lei aveva preso i suoi figli. Egli, però, fu mandato K.O. da Ron, grazie ad uno schiantesimo.

 A seguito di questa scena, arriva un altro signore di nome Trevor, un  mangiamorte, il quale ha bisogno, anch’egli, di entrare alla Gringott e, per questo, fa compagnia ai poveri ragazzi durante il tragitto per arrivare alla banca.
Qui, all’ingresso, riescono a passare grazie ad un incantesimo di confusione di Harry sulle guardie ed arrivati dal goblin che lo avrebbe, poi, portato alla camera blindata, si era già la sparsa la voce che loro potevano essere degli impostori, ma Harry, per la prima volta in vita sua, effettua una Maledizione senza perdono, la Maledizione Imperius, sul goblin, che gli permette di passare inosservatamente.
Una volta saliti sul loro carro, per scendere nelle viscere della banca, si sentivano già strani rumori provenire dall’alto, probabilmente i sistemi di sicurezza che si erano attivati.

Una volta arrivati, però, l’effetto della pozione polisucco era svanito e Ron aveva preso nuovamente le sue sembianze, a causa della cascata del ladro, che cancellava tutte le tracce di magia.
Dopo aver superato il drago che sorvegliava le camere presenti in quel luogo, il problema era recuperare la Coppa di Tassorosso, dato che erano stati attivati i sistemi di sicurezza e, quindi, ogni cosa che toccavano si sarebbe moltiplicata ed avrebbe scottato.

Dopo innumerevoli sforzi e molte scottature, i ragazzi riescono a recuperare la Coppa, ma, Griphook scappa portando con sé la Spada di Grifondoro, come da  promessa.
Una volta usciti dalla camera, però, li aspettano una marea di goblin infuriati. Fortunatamente, con un lampo di genio, Harry spezza le catene che tenevano prigioniero il drago e, con un balzo, gli salta in groppa insieme a Ron ed Hermione.

A causa della sua cecità, però, il drago impiega un po’ di tempo per capire che è libero, ma una volta capito, libra le ali e, sfondando il muro che lo separava dall’esterno, riesce a fuggire, portando i tre ragazzi in salvo.

Capitolo 27: Il drago sembrava voler volare oltre ogni limite, felice di non essere più rinchiuso nelle profondità della Gringott.
Dopo qualche minuto di volo, però, l’animale aveva iniziato a scendere verso un grande lago, probabilmente per bere. A questo punto, l’unica via di fuga era tuffarsi dal dorso del drago in acqua.

Così fecero e, dopo aver messo a protezione i soliti incantesimi, i tre si concedono un po’ di relax, interrotto, però, da un ennesima visione di Harry dalla mente di Voldemort: in quel momento, egli era su tutte le furie e  stava torturando i goblin della banca, perché avevano permesso quel furto di un oggetto a lui molto caro.
A questo punto, però, la mente del Signore Oscuro stava elaborando che, con ogni probabilità, i tre ragazzi erano venuti a conoscenza del suo segreto: gli Horcrux.
 Restava solo una cosa da fare: andare a controllare che tutti gli altri fossero al sicuro, iniziando dai più vulnerabili; quello di Hogwarts sarebbe stato l’ultimo, dato che lì vi era Piton a protezione ed era difficile penetrarvi per recuperare l’oggetto.

Capitolo 28: Restava poco tempo per entrare ad Hogwarts prima dell’arrivo di Voldemort, quindi, senza farselo ripetere due volte, i ragazzi si smaterializzarono, coperti dal mantello dell’invisibilità, verso Hogsmeade.

Arrivati qui, li attendono numerosi mangiamorte, che vengono avvisati da un allarme posto proprio per coloro che cercavano di entrare ad Hogsmeade.
Sicuri di non avere alcuna possibilità contro così tanti mangiamorte, i tre cercano di smaterializzarsi altrove, ma era stata prevista una mossa del genere e per  questo motivo furono intrappolati lì.
Inoltre a numerose persone che davano loro la caccia, si aggiunsero anche i dissennatori. A quel punto non restava altro che evocare un patronus, che, però, li avrebbe traditi rivelando la loro posizione.
In loro aiuto, però, arriva uno strano signore che esce dai Tre Manici di Scopa, dicendo loro di rifugiarsi all’interno. Nel frattempo, egli spiega ad i mangiamorte che il patronus era il suo e che l’allarme era scattato a causa della sua gattina, che era uscita per una passeggiata.
Fortunatamente tutto fila liscio, ma non gli sarebbe stato perdonato un’altra volta ciò che aveva fatto quella sera.

Di rientro nel locale, il vecchio sale al piano superiore, dove erano rifugiati i tre ragazzi. Qui si scopre che egli è il famoso fratello di Albus Silente, Aberforth, e che lo strano occhio che Harry vedeva spesso dallo spacchio regalatogli da Sirius, non era del suo ex professore, ma del fratello, dato che i due erano molto simili.
La prima richiesta che gli viene fatta è un po’ di cibo, dato che i tra non mangiavano da molto.
Una volta finito il loro pasto, Harry chiese al signore come fare per entrare nella scuola, siccome gli era stato ordinato di portare a compimento un compito molto importante.
La sua risposta fu quella di andare fuori da Hogsmeade  e smaterializzarsi all’estero mettendosi in salvo.

Loro, però, non ci stavano e protestarono dicendo che Albus aveva lasciato loro un lavoro ben preciso.
L’espressione di Aberforth, a questo punto, si vece più aggressiva, sentendo nominare il nome di suo fratello e da questo momento inizia a raccontare la tragica storia della sua famiglia e di sua sorella Ariana, morta per colpa di Albus: infatti, quando Ariana era ancora in vita, da piccola, era stata aggredita da tre ragazzi babbani che l’avevano vista fare magie. Questo comportò un cambiamento radicale del carattere della bambina, infatti, prese la decisione di non utilizzare più la magia in vita sua. Il padre, a questo punto, rintracciò i tre ragazzi uccidendoli e finendo ad Azkaban. A causa di questi avvenimenti, perciò, la famiglia si trasferì a Godric’s Hollow, fingendo di avere la figlia malata che, infatti, non volendo utilizzare i suoi poteri magici, aveva degli improvvisi attacchi che la facevano star male. Una volta cambiata casa la ragazzina continuava a star male, finche, con uno dei suoi improvvisi colpi, uccise la madre Kendra che ormai era vecchia e non riusciva più a badarla. A causa della morte della madre, Albus abbandona il viaggio con il suo amico Elphias e decide di prendersi cura della sorella, a seguito di un battibecco con il fratello. Dopo due settimane, però, il compito del quale si era assunto la responsabilità, passa in secondo piano, dato che fa amicizia  con una persona alla sua pari con la quale decide di intraprendere un compito ancora più importante, egli era Grindelwald. Questa cosa, però, non stava bene ad Aberforth che va a parlare con i due amici, generando, però, uno scontro, alla fine del quale muore la povera Ariana, innocente, a causa di un incantesimo andato storto.

La voce di Aberforth si spezzò ed a questo punto Hermione cerca di consolarlo. Harry, invece, afferma che Albus era una brava persona, che sapeva quel che faceva e voleva che lui portasse a termine un lavoro molto importante.
Il povero signore, a tal punto, si arrende e spiega ad i tra ragazzi che ormai le vie segrete per entrare ad Hogwarts erano sorvegliate, eccetto una, infatti, improvvisamente  Aberforth ordina alla ragazza nel quadro, Ariana, di andare a chiamare una certa persona. Una volta tornata, insieme a lei c’è anche un altro ragazzo, pieno di ferite: Neville Longbottom, che una volta uscito dal ritratto, gioisce per la vista dei suoi cari amici di scuola, ancora vivi.

Capitolo 29: Dopo l’arrivo di Neville, il ragazzo porta i suoi compagni lungo il tunnel verso Hogwarts, discutendo di come fossero cambiate le cose durante l’anno scolastico.
Purtroppo, di quei tempi, i ragazzi erano sottoposti ad una specie di dittatura, infatti erano state inserite punizioni molto dolorose, come quelle che aveva subito Neville. Inoltre, erano stati assunti come insegnanti due mangiamorte, i fratelli Crawell, ed inseriti i dissennatori all’interno dell’edificio.
L’unica possibilità che avevano di sopravvivere era rifugiarsi nella Stanza delle Necessità, infatti, una volta terminato il tunnel, i quattro ragazzi uscirono proprio lì, dove li attendevano molti dei loro amici.

Giunti a destinazione e salutato ognuno dei cari amici che non si vedeva da molto tempo,  Hermione, Harry e Ron, senza fare riferimenti alla loro ricerca degli horcrux, chiesero quale fosse un oggetto molto antico ed importante per la scuola. La risposta fu: il Diadema perduto di Priscilla Corvonero.
 A tal punto, però, si chiesero dove potesse essere quell’oggetto e per prima cosa si decise di controllare  la sala comune della casa di Corvonero, infatti, Harry e Luna, coperti dal mantello, si avviarono, ma una volta entrati, Harry decise di uscire fuori dal mantello e, per questo, furono fermati da una strana strega, Alecto Crewell.

Capitolo 30: A questo punto, avendo messo in trappola Harry Potter, con un tocco sul braccio sinistro,viene chiamato  il Signore Oscuro, ma, di conseguenza, uno schiantesimo proveniente dal nulla, lo colpisce in pieno petto facendolo cadere privo di sensi, era Luna.
Questo, però, genera un gran frastuono che attira tutta la casata di Corvonero, insieme al fratello della vittima, Amycus.
Egli, però, non riesce ad entrare a causa del solito indovinello posto all’ingresso della sala comune di Corvonero.

Dopo di lui, anche la professoressa McGonnall si precipita lì ed, una volta risolto il quiz, viene ordinato agli studenti che si erano alzati di tornare nei dormitori.
Di seguito, rivolgendosi alla sorella priva di sensi, Amycus si chiede perché mai avesse pigiato il dito sul marchio nero senza aver catturato “il Prescelto”.
Il mangiamorte, ancora infuriato, decide di dare la colpa agli alunni, ma la professoressa McGonnall controbatte spiegando al mangiamorte che bisogna essere onesti nella vita. Quest’ultimo non la prende tanto bene, infatti, le sputa in faccia. Qui, Harry, non potendo contenere la rabbia, esce da sotto il mantello ed effettua, per la seconda volta nella sua vita, una Maledizione Senza Perdono: la Maledizione Cruciatus.

Di seguito a questa scenata, il ragazzo viene intimato di lasciare il castello e di mettersi in salvo. Egli, però, spiega alla professoressa che presto la scuola sarebbe stata attaccata da Voldemort ed i suoi seguaci e che ha bisogno di un po’ di tempo per  cercare un oggetto molto prezioso per la sconfitta del Signore Oscuro.

Capitolo 31: A questo punto, vengono radunati tutti e quattro i direttori delle case ed il preside, Piton, che, però, fugge, dimostrando ancora una volta di essere un vigliacco.
Intanto i direttori delle case si organizzano per l’evacuazione degli studenti più giovani e per la protezione del castello.
Nel mentre Harry, che stava pensando a come fare per trovare quel diadema, chiede al professor Flitwich, che si stava dando da fare per la protezione della scuola, se fosse a conoscenza di quell’antico oggetto.
La sua risposta è che nessuno, a memoria d’uomo l’ha mai visto, nessuno… Da qui la mente di Harry inizia a pensare molto in fretta ed in fine arriva alla soluzione: i fantasmi delle case.
Subito dopo, il ragazzo si mette alla ricerca di Nick-Quasi-Senza-Testa e dopo averlo individuato, chiede lui chi fosse il fantasma della casa di Corvonero.
La sua risposta è che il fantasma di Corvonero è la Dama Grigia, dalla quale Harry si precipita e, con un po’ di pazienza, riesce a farsi dire quale fine abbia fatto la diara di Priscilla Corvonero, infatti, anche se il fantasma non è più a conoscenza del luogo in qui l’oggetto sia finito, dopo averlo consegnato a Tom Riddle, Harry riesce a ricordare che, quando entrò nella stanza delle necessità l’ultima volta, aveva notato una strana corona posta sopra un busto di pietra.

Dopo aver ringraziato la Dama Grigia per il suo aiuto, si precipita verso la stanza delle necessità più veloce che può, ma durante il suo tragitto, viene ostacolato da Ron ed Hermione, che  nel frattempo avevano aperto la Camera dei Segreti, grazie a Ron che, pur non sapendo parlare il serpentese, ricordava la parola chiave per accedere alla camera. Qui, i due avevano recuperato dei denti di Basilisco e grazie ad uno di essi erano riusciti a distruggere la Coppa di Tassorosso.

Contento di aver ritrovato i suoi cari amici, Harry si incammina verso la Stanza delle Necessità insieme a loro e, assicuratosi che non ci fosse più nessuno all’interno, fa apparire la stanza dove si nasconde tutto.
Da qui inizia la loro ricerca dell’horcrux, ma una volta trovato, fanno la loro apparizione Crabbe e Goyle, come al solito accompagnati da Draco Malfoy.
 Lord Voldemort  aveva  immaginato che Harry Potter avesse scoperto il luogo dove aveva nascosto il diadema e, per questo motivo, aveva mandato  quei tre ragazzi per impedire che ciò accadesse.

Draco, Crabbe e Goyle, però, non riescono nel loro intento e rischiano anche di uccidere il Prescelto, ciò che non voleva il Signore Oscuro, dato che voleva porre fine alla sua vita di persona.
Alla fine dello scontro, una maledizione generata da Crabbe (Ardemonio), molto sofisticata, causa un incendio che brucia tutti gli oggetti, antichi e preziosi, che, gli studenti, avevano lasciato in quel posto da anni ed anni.

I ragazzi, a questo punto, hanno pochissimo tempo per fuggire e, perciò, colgono l’occasione e montano su delle scope che si trovavano lì vicino. Prima di abbandonare la stanza, però, Harry fa un piccolo gesto di pietà verso Draco e Goyle, anche se prima volevano ucciderlo, infatti, scende in picchiata verso terra e li fa salire sulla scopa, privi di sensi, eccetto Crabbe, che, con ogni probabilità, era morto. Insieme ad i due ragazzi, Harry scorge il diadema di Priscilla Corvonero e corre più in fretta che può per recuperarlo, anche se per poco non ci rimane secco.
Di seguito i ragazzi fuggono via dalla stanza ed intrappolano il fuoco che lo aveva rincorso fino a quel momento in essa.

Una volta fuori il diadema si rompe in due metà, dato che era stato colpito dalla maledizione di Crabbe, la quale era in grado di distruggere gli horcrux.
Contenti di aver fatto fuori la diara, i tre scendono al piano inferiore per combattere insieme ad i loro compagni, ma una volta arrivati, assistono alla morte del povero Fred Weasley, colpito da crollo del corridoio, lo spettro della sua ultima risata impressa sul suo volto…

Capitolo 32: A seguito di quella forte esplosione il mondo sembrava essere finito, ma gli studenti ed i mangiamorte stavano continuando a duellare.
A questo punto, portando in spalla il cadavere del loro caro amico, scesero al piano inferiore per decidere il da farsi, ma in quell’istante Harry si abbandonò ad i pensieri di Voldemort e vide che costui si era rifugiato nella Stamberga Strillante e con lui vi erano anche Nagini, custodito in una grande sfera magica, e Lucius Malfoy , al quale il Signore Oscuro chiede di portargli Severus Piton.

Ridestatosi, Harry racconta ad i suoi compagni ciò che ha visto, affermando di voler andare nel Salice Schiaffeggiante, per distruggere l’ultimo horcrux, il serpente.
Incamminatisi verso il grande albero, però, i ragazzi trovano il povero Hagrid in difficoltà, intrappolato tra una marea di ragni giganti.
A questo punto, i tre ragazzi cercano di dargli un aiuto per salvarlo, ma in vano, infatti, qualche secondo più in là, l’aria inizia a farsi stranamente molto fredda… erano i Dissennatori.
Il panico si propagò in men che non si dica ed, a causa delle continue preoccupazioni e paure che avevano accumulato durante la battaglia, né Ron, né Hermione, né Harry, riuscirono ad evocare un Patronus, rischiando di essere baciati. Per loro fortuna, arrivano in loro aiuto Luna, Seamus ed Ernie, che con i loro Patroni, riuscirono a salvare la vita ad i loro compagni.
Un attimo più tardi, però, furono costretti a darsela a gambe levate, dato che si stavano unendo alla battaglia, anche i giganti, che per poco non li calpestavano.

Dopo essere fuggiti, si recano al Salice Schiaffeggiante e, dopo essere entrati, si ritrovano ad osservare Voldemort che fronteggiava Piton.
Qui i tre ragazzi, sempre coperti dal Mantello dell’Invisibilità, assistono alla morte del loro ex professore, infatti, Voldemort credeva di non poter essere lui il legittimo proprietario della Bacchetta di Sambuco, finchè il vecchio proprietario fosse rimasto in vita, Severus, dato che era stato lui ad uccidere Albus Silente.

Di seguito al omicidio appena compiuto, il Signore Oscuro abbandonò la vittima lì ed uscì dal Salice Schiaffeggiante. A questo punto, Harry ne approfitta per andare da Piton, morente, il quale afferra il ragazzo per il bavero dicendogli, con le ultime forze che gli erano rimaste,  di raccogliere in una  fiala le sue lacrime.

Capitolo 33: A quel punto, i ragazzi si preparano a tornare al castello, ma una voce melliflua, proveniente da chissà dove, annuncia la ritirata dei mangiamorte e rivolgendosi ad Harry stesso, chiede a lui di consegnarsi entro un’ora, se non vuole far ricominciare lo scontro.

Cessato il discorso di Lord Voldemort, i tre ragazzi si incamminano verso il castello. Una volta entrati la scena di una marea di ragazzi morti per lui, Harry, lo fece agghiacciare.
Vedeva i poveri Weasley riuniti attorno al cadavere del loro figlio, ed accanto a lui, Remus Lupin e Tonks, morti insieme…
Non ce la faceva  a restare lì, a vedere tutti quei cadaveri, per questo motivo, da solo, si incamminò verso lo studio del preside ed una volta entrato si reca verso il Pensatoio di Silente dove versa le lacrime di Severus.
Una volta immerso in quei pensieri, Harry scopre la vera identità del suo ex professore, il quale era sempre stato dalla parte di Silente, poiché aveva amato ardentemente  Lily Evans, la madre di Harry, sin da bambino.
Si scopre anche che l’assassinio di Albus era stato previsto, dato che la sua vita era già a rischio a causa di una maledizione che lo aveva colpito, la quale era a protezione dell’Anello dei Gaunt , l’horcrux distrutto da egli stesso. Inoltre, si scopre che il Patronus che era venuto in suo aiuto nella Foresta di Dean, era il suo, una cerva, a simboleggiare il suo vero amore verso Lyli, la quale aveva lo stesso Patronus.
I pensieri continuavano a cambiare e continuavano a sorprendere il ragazzo, che, infatti, scopre che non era stata sua intenzione ferire George con la Maledizione Sectumsempra, bensì egli voleva colpire uno dei mangiamorte che era con lui quella sera e che stava scagliando una maledizione contro Lupin, rischiando di farlo precipitare.
Con sua enorme sorpresa, inoltre, Harry scopre di essere il settimo horcrux da distruggere, dato che, la notte nella quale vennero uccisi i suoi genitori, Voldemort aveva inavvertitamente depositato un pezzetto della sua anima nel bambino, conferendogli varie capacità sue, come parlare il serpentese.

Capitolo 34:Ritornato in sé, Harry capì che non gli restava altro che consegnarsi a Voldemort, per distruggere il penultimo horcrux che era in lui.
Scese le scale, coperto dal Manello, si ritrovò difronte Neville, al quale chiede, in caso lui, Ron ed Hermione non potessero farcela, di uccidere Nagini, il serpente di Voldemort. Egli risponde affermativamente e, di seguito, si mette subito al lavoro per sistemare i cadaveri dei ragazzi morti.

Uscito dal castello, Harry si reca all’ingresso della Foresta Proibita, ma prima di entrarvi, non sapendo il perché, prende dalla saccoccia che portava al collo, il boccino donatogli da Silente, ed, istintivamente, vi posa sopra le labbra sussurrando: ”Sto per morire”.
 A queste parole il boccino si spezza rivelando il suo interno: la Pietra della Resurrezione.

Contento che la sua tesi del contenuto del boccino, il ragazzo rigira tre volte la pietra tra le mani ed, improvvisamente,  comparvero le sagome dei suoi cari: Lupin, Lily, James e Sirius.
Costoro confortano il ragazzo, dicendogli di esser fieri lui e che non lo avrebbero mai lasciato.

Di seguito, accompagnato dai suoi cari, si addentrò nella Foresta insieme a loro. Poi, d’un tratto delle voci in lontananza si udirono: erano i mangiamorte che stavano aspettando che arrivasse.
Subito dopo, infatti, conclusa l’ora di tempo per Harry, i servitori del Signore Oscuro, si recano da lui per annunciare che il ragazzo non si era fatto vivo.
All’improvviso, però, toltosi  il Mantello di dosso, Harry si mostra  a Lord Voldemort, il quale aveva  previsto il suo arrivo.
Poi la voce di Hagrid, il gigante buono, incatenato ad un albero, il quale  lo rimprovera per ciò che sta facendo. Egli, però, viene messo a tacere e subito dopo prende la parola il Signore Oscuro, che, con un gesto della bacchetta, mette fine alla vita del ragazzo.

Capitolo 35: Harry si risveglia in un luogo dove il tempo scorre in modo strano, che a poco a poco si rivela essere la stazione di King’s Cross deserta, dove incontra Albus Silente. Questi spiega a Harry tutte quelle cose che sulla Terra non gli aveva mai potuto o voluto svelare, tra le quali che Harry non può essere ucciso da Voldemort, poiché il Signore Oscuro ha usato il sangue di Harry per ricreare il proprio corpo, e la protezione di Lily lega entrambi (per questo era necessario che fosse proprio Voldemort a colpirlo con l'Avada Kedavra, e se Harry fosse stato colpito dall'Anatema che Uccide da un altro mago sarebbe morto del tutto). Il vecchio Preside tenta di spiegargli anche perché la bacchetta di Lucius Malfoy non aveva funzionato la notte che aveva lasciato Privet Drive: essendo legati dal frammento di anima di Voldemort all'interno di Harry e dalla protezione di Lily che scorreva nel sangue di entrambi, la bacchetta di agrifoglio aveva assorbito parte dei poteri magici di Voldemort la notte della sua resurrezione nel cimitero di Little Hangleton, e che durante l'inseguimento ella aveva riconosciuto in Voldemort insieme un assassino ed un fratello, rigurgitandogli contro parte del potere che aveva assorbito. Silente continua poi dicendo che aveva "indovinato" che Harry avrebbe voluto lasciarsi volontariamente uccidere, in modo che l'incantesimo di Voldemort distruggesse definitivamente solo la parte dell'anima di Voldemort che Harry aveva dentro di sé. Harry viene anche a sapere che, in gioventù, Silente stesso aveva cercato i Doni della Morte insieme a Grindelwald, allo scopo di soggiogare i Babbani "Per il Bene Superiore". Durante un litigio con Aberforth, che gli rimproverava di trascurare la sorella malata Ariana (era stata attaccata ancora bambina da tre ragazzi Babbani, su cui Percival Silente  si era vendicato finendo per questo ad Azkaban), Grindelwald aveva rivelato la sua natura malvagia e c'era stata una lotta tra Albus, Aberforth e Grindelwald, in cui Ariana era morta colpita da un incantesimo scagliato da uno dei tre, non fu mai chiaro con precisione chi. Infine Silente confessa ad Harry di aver capito da queste disavventure di non essere degno di possedere i Doni, che gli era stato concesso di poter utilizzare correttamente soltanto la Bacchetta di Sambuco, in quanto Silente l'ha usata non per proprio tornaconto ma per proteggere gli altri dall'immane potenza di quel Dono, mentre la Pietra della Resurrezione l'avrebbe usata per richiamare i propri cari dal proprio riposo invece che consentire il sacrificio di se stesso, come aveva fatto Harry, e che il Mantello dell'Invisibilità non avrebbe potuto funzionare per lui come per Harry, che ne era il degno erede in quanto lontano discendente del terzo fratello, Ignotus Peverell. Silente aveva infatti riconosciuto la Pietra incastonata nell'anello di Orvoloson Gaunt, e reso folle dal proprio desiderio di rivedere i genitori e la sorella in modo di dirgli quanto era dispiaciuto per le loro morti, tentò di usare il secondo Dono, noncurante della maledizione mortale che Voldemort le aveva impresso per proteggere l'Horcrux e che, di fatto, segnò la sua condanna a morte. Silente considera Harry il prescelto per riunire finalmente i tre oggetti, perché il vero Padrone della Morte accetta di dover morire e sa che ci sono cose nel mondo dei vivi ben peggiori della morte. Il dialogo termina con Harry che chiede a Silente se questa scena sia reale o si stia svolgendo nella sua testa e Silente risponde che ovviamente si sta svolgendo nella sua testa, ma ciò non vuol dire che non sia reale. Harry ha comunque la possibilità di scegliere se andare avanti come il Preside o tornare indietro per cercare di fermare Voldemort, cosa che decide di fare, a malincuore, ma senza esitazione.

Capitolo 36: Ritornato in sé, Harry, non sente né urla di gioia, né risate, infatti, i mangiamorte erano rimasti tutti in silenzio a guardare il corpo del ragazzo.
Poi, d’improvviso, la voce di Voldemort ordina di andare a controllare se il ragazzo fosse vivo o meno.
La mangiamorte mandata a controllare Harry, era Narcissa Malfoy.
Quest’ultima, sentendo il battito del cuore del ragazzo, si accorge che egli è vivo, ma, invece di urlarlo, chiede ad Harry se il figlio  fosse ancora vivo.
Il ragazzo risponde ”Sì” alla domanda e allora, mentendo, la mangiamorte annuncia al resto del gruppo che il ragazzo è morto, dato che l’unico modo per andare a recuperare Draco, era entrare nel castello vittoriosi.

A questo punto urla di gioia e di trionfo si levano tra la folla e, su ordine di Voldemort, Hagrid prende il presunto cadavere di Harry e lo porta indietro ad Hogwarts.
Arrivato ai confini del castello, fra la disperazione di coloro che sono lì,  egli posa delicatamente il corpo di Harry ai piedi di Voldemort, come gli viene  detto.
 Di seguito, molto coraggiosamente, Neville affronta Voldemort, rifiutando l'offerta di diventare un Mangiamorte e unirsi a lui.
Così Voldemort tortura Neville paralizzandolo, e facendogli indossare il Cappello Parlante, a cui aveva dato fuoco. In quell'istante, i centauri della Foresta Proibita (che poco prima Hagrid aveva insultato per non aver aiutato i difensori di Hogwarts) danno il loro contributo, attaccando con le loro frecce .
 Nella confusione che segue, Harry si copre con il Mantello dell'Invisibilità, e Neville riesce a liberarsi dal cappello e a uccidere Nagini, decapitandola con la spada di Godric Grifondoro, che estrae dal Cappello Parlante, proprio come aveva fatto Harry contro il Basilisco nella Camera dei Segreti.

La battaglia era ricominciata e, questa volta i combattenti di Hogwarts erano in maggioranza, siccome accorsero in loro aiuto anche i centauri ed i thestral, i quali cercavano di accecare i giganti nemici.
Proprio per la presenza dei giganti, la battaglia continuò, però, dentro il castello, dove non si correva il rischio di essere calpestati.
Qui Harry, aveva ancora addosso il Mantello dell’Invisibilità, grazie al quale riusciva ad aiutare i suoi compagni contro i mangiamorte, senza farsi vedere.

D’un tratto, però,  due scontri attirano la sua attenzione: Voldemort che duellava contro la McGonnall, Lumacorno e Kingsley; e Ginny, Hermione e Luna che duellavano contro Bellatrix.
Quest’ultima scaglia una Maledizione Mortale contro la povera Ginny  che la sfiora. A questo punto, però, si fa avanti Molly Weasley, la quale, infuriata contro Bellatrix per aver quasi ucciso sua figlia, duella da sola contro di lei ed alla fine ha la meglio, riuscendo a mettere fine alla sua vita.

La perdita di uno dei suoi migliori combattenti, non passa inosservata a Lord Voldemort che scaglia una Maledizione contro Molly, che, però, viene protetta da Harry che , ancora sotto il Mantello, effettua un Incantesimo Scudo.
 A questo punto, il ragazzo è costretto ad entrare allo scoperto, con lo stupore e la gioia di tutti i presenti nel vederlo vivo.
Poi, all’improvviso, Harry e Voldemort si guardarono fissi negli occhi ed il silenzio calò.
Iniziarono a girare formando un cerchio perfetto, mentre la folla li guardava senza batter ciglio.
Subito dopo, Harry iniziò a parlare al suo nemico che lo fronteggiava spiegandogli argomenti che lui fino a quel momento aveva ignorato, siccome, secondo lui, erano troppo insulsi per un mago  così potente.
Di seguito rivelò al Signore Oscuro chi fosse il vero proprietario della Bacchetta di Sambuco, ovvero Harry, dato che Silente era stato disarmato da Draco Malfoy, che a sua volta era stato disarmato da Harry. Voldemort aveva ucciso la persona sbagliata per impossessarsi della Stecca della Morte. Aveva ucciso Piton che per tutti quegli anni aveva fatto il doppiogiochista contro di lui, da quando aveva messo fine alla vita della sua amata Lily.

Dopo questo discorso, la rabbia di Lord Voldemort ribollì dentro di lui, siccome il ragazzo credeva di saperne più di lui, ma egli sfoderò la bacchetta nello stesso instante in cui la sfoderò il suo avversario e scagliò una Maledizione sul ragazzino.
Harry fece lo stesso, scagliando contro il rivale un Incantesimo di Disarmo.
A questo punto lo scontro dei due Incantesimi generò un gran frastuono ed alla fine Lord Voldemort, il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi venne sconfitto, ucciso dal rimbalzo della sua stessa Maledizione.

Harry ne uscì vittorioso, ed afferrò al volo la Stecca della Morte, sottratta al suo rivale; urla di gioia e di vittoria si alzarono da ogni angolo del castello e tutti i suoi cari, amici e professori vennero ad abbracciarlo: ce l’aveva fatta, aveva sconfitto il Signore Oscuro ed, ora, era anche il Padrone della Morte.
Nei giorni successivi, i mangiamorte che erano sopravvissuti sarebbero stati spediti ad Azkaban, gli innocenti, invece, sarebbero stati liberati  dalla prigione  e coloro che erano sotto l’effetto della Maledizione Imperius, sarebbero stati liberi.

tutti i presenti si complimentarono con Harry per la vittoria, ma egli desiderava solo fare un bel riposino.
Poi, Luna lo aiutò, distraendo i compagni che stavano festeggiando, permettendogli di indossare il Mantello. A questo punto, raggiunse i suoi amici Ron ed Hermione, che non lo avevano mai abbandonato in quel lungo e tortuoso viaggio, rischiando più e più volte di morire.
Dopo averli chiamati li portò con lui nell’ufficio del Preside dove venne accolto da tutti i ritratti lì presenti con un applauso caloroso.
Di seguito si rivolse al suo amato Albus Silente, che in quel momento stava piangendo per la commozione. A lui Harry spiegò che non voleva tenere la Pietra della Resurrezione, lasciandola nella Foresta Proibita dove gli era caduta, dove nessuno l’avrebbe mai cercata. Poi decise anche di rimettere al posto la Bacchetta di Sambuco nella tomba del professore, ma prima di farlo riparò la sua vecchia bacchetta, siccome la Stecca della Morte aveva poteri mai visti.
Per ultimo, Harry decise di continuare a tenere con sé il Mantello dell’ Invisibilità, che gli era stato regalato da suo padre ed anche lui voleva fare lo stesso.
Alla fine i due si scambiarono un sorriso ed i tre uscirono dalla stanza, avevano bisogno di riposare.

                                                                 

                                                           19 ANNI DOPO


Quella mattina d’autunno il cielo era ricoperto di nebbia. La scuola era ricominciata ed Harry, assieme a sua moglie Ginny, si trovava al binario 9 3\4 e i ragazzini non vedevano l’ora di prendere l’Hogwarts Express e partire.
Albus, però, aveva paura e temeva dCapitolo 18: Durante la giornata seguente Harry si alzò ripensando a ciò che gli era successo la sera precedente e discutendo un po’ con Hermione scopre che la ragazza aveva rubato un libro a casa di Bathilda il giorno prima. il titolo era “Vita e menzogne di Albus Silente”.
Leggendo una delle pagine del libro, Harry conferma i dubbi che aveva sul suo professore e ne rimane sconcertato dopo la lettura, scoprendo che colui che aveva da sempre ammirato, era una persona avida di potere e che aveva cercato di nascondere il suo passato.
D'altronde, Hermione gli assicura che le cose scritte su quel libro sono baggianate e che non devono rovinare il ricordo che Harry ha di Silente.
Capitolo 19:Quel giorno i due erano decisi a partire e, dopo aver fatto le “valigie”, si smaterializzano in una strana foresta innevata: la foresta di Dean, nella quale era andata Hermione in campeggio, da bambina.
Dopo qualche giorno dall’arrivo, Harry si ritrova a fare la guardia in un pomeriggio di freddo assoluto. Sembrava che ad ogni secondo che passava, qualcuno lo osservasse da dietro gli alberi, ma d’un tratto una candida cerva bianca sbucò dal nulla. Non era magia oscura ed, anche se sarebbe potuta essere una trappola, Harry decise di seguirla. Dopo averla persa di vista, però, egli si ritrova spaesato.
Accesa la luce della bacchetta, dunque, il ragazzo scorge un piccolo laghetto vicino ai suoi piedi e guardando più attentamente, una piccola croce brilla sul suo fondo… Era una spada, la Spada di Godric Grifondoro.
La sua emozione era incontenibile, ma doveva escogitare un modo per acciuffarla: con gli incantesimi di appello non andava, nemmeno chiedendole aiuto; ma, ripensando ai valori di un vero alunno di grifondoro, Harry capisce che, l’unico modo per recuperare la spada, sarebbe stato tuffarsi nel laghetto.
A tal punto egli si sveste e si immerge nell’acqua congelata del lago. Una volta afferrata l’elsa della spada, una forte stretta, però, gli si avvolge attorno al collo: non erano alghe, ma la catenina dell’horcrux, che sembrava avesse preso vita; sarebbe presto morto annegato, non poteva far nulla.
Harry chiuse gli occhi ed al suo risveglio si ritrovò steso a terra a faccia in giù sulla neve. Accanto a lui il suo salvatore tossiva ed era esausto. Costui non era Hermione, ma Ron e teneva nelle mani il medaglione e la spada, appena recuperata.
Harry stentava ancora a credere che il suo migliore amico, fosse ritornato a salvargli la vita, ma sapeva che era stato il minimo per farsi perdonare. A questo punto non mancava altro che distruggere l’horcrux  e testare la spada.
Il compito fu di Ron ,che riuscì a non farsi ingannare dall’oggetto malvagio, e lo distrusse con un colpo secco. Fatto ritorno da Hermione, lei non prende con molto piacere il ritorno di Ron che li aveva abbandonati, fregandosene della vita dei suoi migliori amici e del viaggio per distruggere gli horcrux.
Dopo aver raccontato la sua storia, di come aveva fatto a raggiungerli grazie al suo deluminatore, del rimorso che aveva dopo essersene andato, riesce a far calmare la sua amica, che, però, è sempre pronta a vendicarsi
Capitolo 20:Il giorno seguente, come dall’inizio del loro viaggio, Hermione continua a chiedersi cosa significhi quel triangolo strano, con al centro un cerchio ed un segmento. L’interrogativo poteva essere risolto solo da una persona che loro conoscevano: il signor. Lovegood.
A primo impatto Harry non è d’accordo con la proposta, ma si fa convincere con la certezza che di seguito i tre avrebbero continuato la loro ricerca degli horcrux.
Fortunatamente Ron era a conoscenza della dimora dei Lovegood e, perciò, fu facile da trovare.
Entrati in casa i tre pongono subito una domanda a Xenophilius su cosa significasse quel simbolo che egli portava spesso al collo.
Capitolo 21: A questo punto, il signor. Lovegood spiega ai tre ragazzi curiosi che quello è soltanto il simbolo della leggenda dei tre fratelli, narrata sulle fiabe di Beda il Bardo.
Ora non restava altro che andare a leggerla:
“C’erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo qualche tempo, i fratelli giunsero a un fiume troppo profondo per guardarlo e troppo pericoloso per attraversarlo a nuoto. Tuttavia erano versati nelle arti magiche, e così bastò loro agitare le bacchette per far comparire un ponte sopra le acque infide. Ne avevano percorso metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata. E la Morte parlò a loro. Era arrabbiata perchè tre nuove vittime l’avevano appena imbrogliata: di solito i viaggiatori annegavano nel fiume.
Ma la Morte era astuta. Finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle.
Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo: una bacchetta che facesse vincere al suo possessore ogni duello, uan bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte! Così la Morte si avvicino a un albero di sambuco sulla riva del fiume, prese un ramo e ne fece una bacchetta, che diede al fratello maggiore.
Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più la Morte e chiese il potere di richiamare altri dalla Morte. Così la Morte raccolse un sasso dalla riva del fiume e lo diede al secondo fratello, dicendogli che quel sasso aveva il potere di riportare in vita i morti.
Infine la Morte chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderava. Il fratello più giovane era il più umile e anche il più saggio dei tre, e non si fidava della Morte. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio Mantello dell’Invisibilità.
Poi la Morte si scansò e consentì ai tre fratelli di continuare il loro cammino, e così essi fecero, discutendo con meraviglia dell’avventura che avevano vissuto e ammirando i premi che la Morte aveva loro elargito.
A tempo debito i fratelli si separarono e ognuno andò per la sua strada.
Il primo fratello viaggiò per un’altra settimana o più, e quando ebbe raggiunto un lontano villaggio andò a cercare un altro mago con cui aveva da tempo una disputa. Armato della Bacchetta di Sambuco, non potè mancare di vincere il duello che seguì. Lasciò il nemico a terra, morto, ed entrò in una locanda, dove si vantò a gran voce della potente bacchetta che aveva sottratto alla Morte in persona e di come essa l’aveva reso invincibile. Quella stessa notte, un altro mago si avvicinò furtivo al giaciglio dove dormiva il primo fratello, ubriaco fradicio. Il ladro rubò la bacchetta e per buona misura tagliò la gola al fratello più anziano. E fu così che la Morte chiamo a se il primo fratello.
Nel frattempo, il secondo fratello era tornato a casa propria, dove viveva solo. Estrasse la pietra che aveva il potere di richiamare in vita i defunti e la girò tra volte nella mano. Con sua gioia e stupore, la figura della fanciulla che aveva sperato di sposare prima della di lei prematura morte gli apparve subito davanti.
Ma era triste e fredda, separata da lui come un velo. Anche se era tornata nel mondo dei mortali, non ne faceva veramente parte e soffriva. Alla fine il secondo fratello, reso folle dal suo disperato desiderio, si tolse la vita per potersi davvero riunire a lei.
E fu così che la Morte chiamò a sè il secondo fratello.
Ma sebbene la Morte avesse cercato il terzo fratello per molti anni, non riuscì mai a trovarlo. Fu solo quando ebbe raggiunto una veneranda età che il fratello più giovane si tolse infine il Mantello dell’Invisibilità e lo regalò a suo figlio. Dopodichè salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, da pari a pari, congedandosi da questa vita.”
Finito il racconto, Xenophilius spiega ai ragazzi che i Doni che aveva dato la morte ai tre fratelli, insieme, formavano i Doni della Morte, i quali avrebbero reso padrone della morte il possessore di tutti e tre gli oggetti.
La scoperta di Harry di essere possessore di uno dei doni della morte, lo rendeva particolarmente fiero di sé e voleva cecare di trovare anche gli altri due.
In tutto ciò, però, la povera Luna non si era fatta ancora vedere e Xenophilius, alla domanda di dove fosse, sembrava imbarazzato.
Più tardi la andò a chiamare, almeno così aveva detto, ma “stranamente”, qualche minuto dopo due mangiamorte fecero il loro ingresso nella casa.
La verità era che la povera Luna era stata resa prigioniera, dato che Xenophillius favoreggiava Harry,  e per quel motivo non era in casa. Il padre, furbamente, aveva spedito una lettera al Ministero della Magia, nella quale scritto detto che,  ”l’indesiderabile  numero 1”, era in casa sua. La ricompensa alla sua cattura, ovviamente, sarebbe stata  la liberazione della figlia.
Sentendo i due dipendenti del Ministero arrivare in casa, i tre ragazzi rabbrividiscono e pensano a qualcosa da fare per fuggire.
Fortunatamente, i due mangiamorte, non si fidarono di salire al piano superiore a controllare di persona se Harry fosse lì, per paura di una trappola, e quindi fu il signor Lovegood a dover portare loro il ragazzo.
A questo punto, però, Hermione ha un lampo di genio e decide di procedere secondo i suoi piani: per prima cosa coprì Ron col mantello dell’invisibilità, poi, quando Xenophilius arrivò a destinazione, gli scagliò contro un incantesimo di memoria, facendogli dimenticare l’accaduto. Infine, scagliò un altro incantesimo contro il pavimento, per far sì che si rompesse. Così facendo, caddero giù e si smaterializzarono a mezz’aria, riuscendo nel loro intento, infatti, i due mangiamorte, avevano avuto la possibilità di vedere Harry e di constatare che il signor Lovegood non mentiva; non avevano visto Ron, che sarebbe dovuto essere a casa con la spruzzolosi; avevano fatto perdere la memoria a Xenophilius, così che non avrebbe potuto rivelare cosa avevano escogitato i tre per scappare.
Capitolo 22: Dopo essersi smaterializzati  in una foresta sperduta, i tre ragazzi iniziarono il loro solito compito, ovvero, montare la tenda e scagliare  incantesimi a protezione del loro accampamento.
Appena finito di sistemare tutto, Harry e Ron iniziarono a complimentarsi con Hermione per la sua bravura e discussero del tema Doni della Morte, che secondo Ron ed Hermione dovevano essere messi da parte, almeno momentaneamente.
Harry, però, non ci stava e l’idea di poter diventare padrone della morte lo eccitava. Poi, d’un tratto, un ricordo riempì la sua mente: era Marvolo Gaunt, il nonno di Lord Voldemort, che  mostrava il suo anello con una pietra con sopra un simbolo che si leggeva a malapena. Di seguito, collegò questo al fatto che quella pietra potesse essere la Pietra della Resurrezione, dato che il vecchio sosteneva di discendere dai Peverrell. Infondo, non aveva tutti i torti Harry e credeva che Silente avesse messo quell’oggetto nel boccino.
Tutta l’euforia, che avevano generato le ultime scoperte, svanì, dato che il ragazzo riuscì a comprendere quale  era la bacchetta che tanto voleva Voldemort, non una nuova, bensì una molto vecchia, la Stecca della Morte, che lo avrebbe reso invincibile. Probabilmente, però, egli non era a conoscenza della Storia dei tre Fratelli e, quindi, dell’esistenza degli altri doni.
Alla fine dei suoi ragionamenti, però, Harry riesce a confermare che egli è un discendente della famiglia Peverrell, anche se i suoi amici stentano a crederci.
I giorni seguenti, furono trascorsi alla ricerca di possibili luoghi dove  era possibile trovare un horcrux. Una sera, però, accampatisi vicino una costa, Ron svela ai suoi compagni che, il canale radio che cercava di ascoltare  tutte le sere, era Radio Potter, che diceva la verità, ma era difficile accedervi a causa della parola segreta. Dopo numerosi tentativi, Ron riuscì a sintonizzarvisi ed i tre scoprirono che i quattro  direttori erano Lee Jordan, Remus Lupin, Fred Weasley e Kingsley, ovviamente tutti con nomi in codice per non essere rintacciati.
La notizia del giorno, era la morte di Ted Tonks, Dirk Cresswell e un goblin di nome Gornuk. Il resto della squadra, invece, era sopravvissuto: Dean Thomas e un altro elfo.
Alla fine della trasmissione, i tre discutono e Harry, purtroppo, si lascia andare e pronuncia il nome “Voldemort” che di quei tempi era divenuto un tabù e, quindi, sei mangiamorte si smaterializzarono all’istante di fronte la tenda, anche se non potevano né vederli, né sentirli, grazie agli incantesimi di protezione.
Capitolo 23: A questo punto i tre ragazzi non avevano via di scampo e furono costretti a consegnarsi. Prima di ciò, però, Hermione, furbamente, scagliò un incantesimo contro Harry, in modo da renderlo irriconoscibile ai mangiamorte.
Usciti dal loro nascondiglio, furono legati insieme ad altri prigionieri e furono subito sottoposti ad un interrogatorio. Ovviamente, i tre inventarono dei nomi al momento, per non svelare la loro vera identità.
Furono subito scoperti, però, grazie ai giornali che i ghermidori avevano recuperato nella loro tenda, insieme alla spada di Grifondoro. Harry, che aveva la faccia molto gonfia, che lo rendeva difficile da riconoscere, non fu scoperto e si decise di farlo controllare da chi lo conosceva meglio di loro.
Il gruppo di mangiamorte decise di portare i prigionieri alla Villa dei Malfoy, che, di solito, era la loro base segreta. Arrivati qui, venne chiamato Draco, compagno di scuola dei tre ragazzi, al quale fu affidato il compito di riconoscere il ragazzo.
Fortunatamente, o per sua volontà, o perché non lo aveva riconosciuto davvero, Droco sostiene di non essere sicuro sull’identità del ragazzo.
Dopo di Harry, anche i suoi compagni di viaggio vengono controllati e la vera identità di Ron ed Hermione viene scoperta.
Dopo aver portato i prigionieri nei sotterranei, Bellatrix chiede di interrogare Hermione su dove avessero preso quella Spada, che sarebbe dovuta essere custodita nelle profondità della Gringott, al sicuro. La ragazza, nonostante sia sottoposta alla Maledizione Cruciatus, riesce ad inventarsi una storiella, facendo credere a Bellatrix che quella fosse solo uno falso.

Nel frattempo, Harry e Ron, incontrarono i loro amici nei sotterranei: Luna Lovegood, Dean Thomas, il fabbricante di bacchette Ollivander e il goblin Griphook. A quest’ultimo viene chiesto di salire al piano superiore per individuare la falsità, oppure l’originalità, della spada.
Egli, però, viene “corrotto” da Harry e Ron; infatti, dopo aver esaminato la spada, il goblin afferma che questa è un falso, mantenendo la promessa fatta.
In quell’istante, però, un piccolo scoppiettio annuncia l’arrivo di Dobby, che si era smaterializzato nei sotterranei della villa per salvare i suoi amici.
A questo punto, insieme a lui, si smterializzano anche Luna, Dean ed il signor Ollivander, che si sarebbero rifugiati in casa di Bill e Fleur. Gli altri due ragazzi sarebbero restati lì ancora per un po’,  per salvare la loro amica ed il goblin.
 A causa del rumore generato dalla smaterializzazione, viene mandato, nuovamente,  Peter Pettigrew  a controllare i sotterranei. Qui, essendo rimasti soli, Ron ed Harry, aggrediscono Codaliscia, tappandogli la bocca per impedire che chiamasse aiuto. A questo punto, attraverso la sua mano matallica, egli crca di strangolare i suoi aggressori, ma, a causa di un gesto di solidarietà verso di loro, l’arma si rivolta verso di lui, strangolandolo e facendolo morire.
Presa la sua bacchetta, i due si incamminano per andare a salvare la povera Hermione. Qui, però, sono costretti a posare le loro bacchette a terra, per evitare che la loro amica verga uccisa.
Dopo aver depositato le “armi”, queste vengono raccolte, ma arriva in loro aiuto l’elfo Dobby, di ritorno da Shell Cottage, la casa di Bill e Fleur.
Qui fa crollare il lampadario, creando un po’ di scompiglio e permettendo ai ragazzi di liberarsi e recuperare le bacchette e la spada, per poi fuggire. Al momento della loro smaterializzazione, però, Bellatrix scaglia il suo pugnale di argento contro il gruppetto, che sta per lasciare la villa.
Questo colpisce il piccolo corpo del povero Dobby, un elfo libero, morto per salvare i suoi amici, morto per amore, ma ora c’era un interrogativo nella mente di Harry: chi era stato a mandare l’elfo,  per permettere che li salvasse ?

Capitolo 24:Arrivati a Shell Cottage, il corpo di Dobby giaceva tra le braccia di Harry, che nutriva un grande senso di colpa verso di lui. Aveva ancora il pugnale infilzato nel petto, che venne estratto dal ragazzo, ma riuscì a pronunciare le sue ultime parole: “Harry… Potter…”
Di seguito penso che quest’ultimo era degno di una sepoltura, che però decise di scavare senza l’uso della magia, godendo del lavoro manuale.
Dopo aver creato un fosso abbastanza profondo, coprì il corpo del suo amico con la sua giacca e, seguendo il consiglio di Luna, chiudendogli le palpebre degli occhi, in modo tale che sarebbe parso dormire.
Alla fine, coprirono il fosso con della terra, dopodichè vennero recitate alcune parole in suo onore e tutti fecero rientro in casa, eccetto Harry che voleva preparare al suo amico una lastra di pietra con su scritto:” Qui giace Dobby, un Elfo Libero”, per poter individuare la tomba.

Il giorno seguente, dopo aver riflettuto sull’accaduto, Harry decide di voler parlare con Griphook ed Ollivander, in privato, assieme ad Hermione e Ron.
Anche se all’inizio è un po’ contrario, a causa delle condizioni fisiche dei due, Bill permette ad i ragazzi di parlare con questi.
Il primo con il quale i tre decidono di conversare è il goblin. Entrati nella sua piccola dimora, Harry cerca di essere cauto nel parlare con lui e di fargli seguire un filo logico, prima di effettuare la sua richiesta.
Le parole, però, escono quasi involontariamente dalla sua bocca, passando subito al punto: la sua richiesta era entrare nella camera blindata dei Lestrange alla Gringott, dove avrebbero trovato il quarto horcrux.
Ovviamente, il ragazzo non specificò le tutte le sue intenzioni al goblin, che, però, non era sicuro se aiutarli o meno, promettendo loro che ci avrebbe pensato su.
Dopo di lui, toccò al fabbricante di bacchette, il quale, a seguito alla sua tortura, era quasi privo di forze. La prima domanda, che venne posta al signor Ollivander,  fu la possibilità di riparare la bacchetta spezzata di Harry. La risposta fu negativa, ma il ragazzo lo aveva immaginato. Il secondo interrogativo che fu posto al fabbricante di bacchette, fu l’identificazione delle bacchette che avevano recuperato a Villa Malfoy: la bacchetta di Draco, che ora aveva come possessore Harry; la bacchetta di Peter Pettigrew, che ora apparteneva a Ron; infine quella di Bellatrix, che non era stata conquistata.
Finite le domande sulle bacchette  che avevano preso, Harry chiese ad Ollivnder se era a conoscenza della Bacchetta di Sambuco, la Stecca della Morte, che aveva segnato la storia.
Egli impallidì immediatamente e, scoprendo che Harry era a conoscenza di ciò che aveva subito, diventò di un colore molto chiaro. Alla fine, però, rispose dicendo che quella bacchetta era molto affascinante, soprattutto per coloro che conoscevano l’arte delle bacchette, ma rendeva il suo proprietario molto vulnerabile, perché, appunto, era desiderata dalla maggior parte dei maghi.
Dopodichè si “scusò” in particolare con Harry, per aver rivelato quei segreti al Signore Oscuro, che lo aveva sfruttato attraverso la Maledizione Cruciatus.
Alla fine il signor Ollivander, molto stanco, si assopì ed i tre ragazzi lasciarono la stanza ringraziandolo per il suo aiuto. Dopo essere usciti, però, Harry si lascia andare, permettendo di entrare nella mente di Voldemort: qui vede il Signore Oscuro che, alle porte di Hogwarts, è in compagnia di Piton, preside della scuola, il quale lo lascia entrare. A tal punto, egli effettua un incantesimo di disillusione su sé stesso per non essere visto e si avvicina al lago della scuola, dove fa emergere la tomba dell’ex preside di Hogwarts. Dopo aver spaccato in due la lastra di marmo, scorge il corpo privo di vita di Albus Silente, e poi eccola lì, custodita tra le sue mani, la Bacchetta di Sambuco, la quale aveva sottratto a Grindelwald: aveva pensato davvero che non avrebbe osato violare la sua tomba una volta morto? Che ingenuo Albus… Ora, però, il nuovo proprietario era lui e nessuno poteva più fermarlo…
Capitolo 25: Nei giorni seguenti, i ragazzi si chiesero se Griphook avesse accettato la loro richiesta e chi fosse stato a mandare l’elfo Dobby per salvarli…
Vi erano molte domande senza risposta, ma avevano imparato a conviverci.
Quel giorno, però, il goblin chiese loro di salire in camera sua. Qui annuncia di voler aiutare il trio ad entrare nella Gringott, a patto che loro avessero dato qualcosa di molto prezioso in cambio, non oro, non bacchette, ma la Spada di Godric Grifondoro. Anche se con malavoglia, i tre accettano, anche se non specificano quando avrebbero consegnato l’arma al goblin.
Quella sera, inoltre, arrivò in casa Remus Lupin ad annunciare la nascita del figlio maschio : Ted. Dopo aver ricevuto gli auguri da tutti i presenti, infine, Remus chiede ad Harry se era disponibile per fare da padrino al figlio, dimenticando l’accaduto di qualche mese prima a Grimmauld Place, dove i due avevano litigato.
Il ragazzo, felice della proposta, risponde affermativamente e, di seguito, si brinda  per la nascita del piccolo Ted.
Dopo un po’, però, Lupin lascia la casa e con lui anche Ollivander, che si trasferisce dalla zia di Ron, Muriel, dove lo aspetta tutta la famiglia Weasley.
Capitolo 26: Il mattino seguente era tutto pronto per entrare nella Gringott ed i ragazzi si ripromisero che non avrebbero dovuto salutare Bill e Fleur, perché meno sapevano della loro missione, meglio era.

Alle sei del mattino, erano tutti in piedi al confine della casa, dove terminava l’Incanto Fidelius: il piano comprendeva la trasformazione di Hermione in Bellatrix, attraverso la pozione polisucco, grazie ad un suo capello che era rimasto attaccato al maglione della ragazza, durante il soggiorno a Villa Malfoy; Harry ed il goblin sarebbero rimasti sotto il mantello dell’invisibilità, per non dare nell’occhio; Ron, invece, avrebbe subito delle trasformazioni con degli incantesimi, a causa della mancanza della pozione polisucco.

Arrivati a Diagon Alley, non avrebbero potuto dare di più nell’occhio, ciò che non desideravano, infatti, uno strano signore aveva bloccato la strada a Bellatrix (Hermione), affermando che lei aveva preso i suoi figli. Egli, però, fu mandato K.O. da Ron, grazie ad uno schiantesimo.

 A seguito di questa scena, arriva un altro signore di nome Trevor, un  mangiamorte, il quale ha bisogno, anch’egli, di entrare alla Gringott e, per questo, fa compagnia ai poveri ragazzi durante il tragitto per arrivare alla banca.
Qui, all’ingresso, riescono a passare grazie ad un incantesimo di confusione di Harry sulle guardie ed arrivati dal goblin che lo avrebbe, poi, portato alla camera blindata, si era già la sparsa la voce che loro potevano essere degli impostori, ma Harry, per la prima volta in vita sua, effettua una Maledizione senza perdono, la Maledizione Imperius, sul goblin, che gli permette di passare inosservatamente.
Una volta saliti sul loro carro, per scendere nelle viscere della banca, si sentivano già strani rumori provenire dall’alto, probabilmente i sistemi di sicurezza che si erano attivati.

Una volta arrivati, però, l’effetto della pozione polisucco era svanito e Ron aveva preso nuovamente le sue sembianze, a causa della cascata del ladro, che cancellava tutte le tracce di magia.
Dopo aver superato il drago che sorvegliava le camere presenti in quel luogo, il problema era recuperare la Coppa di Tassorosso, dato che erano stati attivati i sistemi di sicurezza e, quindi, ogni cosa che toccavano si sarebbe moltiplicata ed avrebbe scottato.

Dopo innumerevoli sforzi e molte scottature, i ragazzi riescono a recuperare la Coppa, ma, Griphook scappa portando con sé la Spada di Grifondoro, come da  promessa.
Una volta usciti dalla camera, però, li aspettano una marea di goblin infuriati. Fortunatamente, con un lampo di genio, Harry spezza le catene che tenevano prigioniero il drago e, con un balzo, gli salta in groppa insieme a Ron ed Hermione.

A causa della sua cecità, però, il drago impiega un po’ di tempo per capire che è libero, ma una volta capito, libra le ali e, sfondando il muro che lo separava dall’esterno, riesce a fuggire, portando i tre ragazzi in salvo.

Capitolo 27: Il drago sembrava voler volare oltre ogni limite, felice di non essere più rinchiuso nelle profondità della Gringott.
Dopo qualche minuto di volo, però, l’animale aveva iniziato a scendere verso un grande lago, probabilmente per bere. A questo punto, l’unica via di fuga era tuffarsi dal dorso del drago in acqua.

Così fecero e, dopo aver messo a protezione i soliti incantesimi, i tre si concedono un po’ di relax, interrotto, però, da un ennesima visione di Harry dalla mente di Voldemort: in quel momento, egli era su tutte le furie e  stava torturando i goblin della banca, perché avevano permesso quel furto di un oggetto a lui molto caro.
A questo punto, però, la mente del Signore Oscuro stava elaborando che, con ogni probabilità, i tre ragazzi erano venuti a conoscenza del suo segreto: gli Horcrux.
 Restava solo una cosa da fare: andare a controllare che tutti gli altri fossero al sicuro, iniziando dai più vulnerabili; quello di Hogwarts sarebbe stato l’ultimo, dato che lì vi era Piton a protezione ed era difficile penetrarvi per recuperare l’oggetto.

Capitolo 28: Restava poco tempo per entrare ad Hogwarts prima dell’arrivo di Voldemort, quindi, senza farselo ripetere due volte, i ragazzi si smaterializzarono, coperti dal mantello dell’invisibilità, verso Hogsmeade.

Arrivati qui, li attendono numerosi mangiamorte, che vengono avvisati da un allarme posto proprio per coloro che cercavano di entrare ad Hogsmeade.
Sicuri di non avere alcuna possibilità contro così tanti mangiamorte, i tre cercano di smaterializzarsi altrove, ma era stata prevista una mossa del genere e per  questo motivo furono intrappolati lì.
Inoltre a numerose persone che davano loro la caccia, si aggiunsero anche i dissennatori. A quel punto non restava altro che evocare un patronus, che, però, li avrebbe traditi rivelando la loro posizione.
In loro aiuto, però, arriva uno strano signore che esce dai Tre Manici di Scopa, dicendo loro di rifugiarsi all’interno. Nel frattempo, egli spiega ad i mangiamorte che il patronus era il suo e che l’allarme era scattato a causa della sua gattina, che era uscita per una passeggiata.
Fortunatamente tutto fila liscio, ma non gli sarebbe stato perdonato un’altra volta ciò che aveva fatto quella sera.

Di rientro nel locale, il vecchio sale al piano superiore, dove erano rifugiati i tre ragazzi. Qui si scopre che egli è il famoso fratello di Albus Silente, Aberforth, e che lo strano occhio che Harry vedeva spesso dallo spacchio regalatogli da Sirius, non era del suo ex professore, ma del fratello, dato che i due erano molto simili.
La prima richiesta che gli viene fatta è un po’ di cibo, dato che i tra non mangiavano da molto.
Una volta finito il loro pasto, Harry chiese al signore come fare per entrare nella scuola, siccome gli era stato ordinato di portare a compimento un compito molto importante.
La sua risposta fu quella di andare fuori da Hogsmeade  e smaterializzarsi all’estero mettendosi in salvo.

Loro, però, non ci stavano e protestarono dicendo che Albus aveva lasciato loro un lavoro ben preciso.
L’espressione di Aberforth, a questo punto, si vece più aggressiva, sentendo nominare il nome di suo fratello e da questo momento inizia a raccontare la tragica storia della sua famiglia e di sua sorella Ariana, morta per colpa di Albus: infatti, quando Ariana era ancora in vita, da piccola, era stata aggredita da tre ragazzi babbani che l’avevano vista fare magie. Questo comportò un cambiamento radicale del carattere della bambina, infatti, prese la decisione di non utilizzare più la magia in vita sua. Il padre, a questo punto, rintracciò i tre ragazzi uccidendoli e finendo ad Azkaban. A causa di questi avvenimenti, perciò, la famiglia si trasferì a Godric’s Hollow, fingendo di avere la figlia malata che, infatti, non volendo utilizzare i suoi poteri magici, aveva degli improvvisi attacchi che la facevano star male. Una volta cambiata casa la ragazzina continuava a star male, finche, con uno dei suoi improvvisi colpi, uccise la madre Kendra che ormai era vecchia e non riusciva più a badarla. A causa della morte della madre, Albus abbandona il viaggio con il suo amico Elphias e decide di prendersi cura della sorella, a seguito di un battibecco con il fratello. Dopo due settimane, però, il compito del quale si era assunto la responsabilità, passa in secondo piano, dato che fa amicizia  con una persona alla sua pari con la quale decide di intraprendere un compito ancora più importante, egli era Grindelwald. Questa cosa, però, non stava bene ad Aberforth che va a parlare con i due amici, generando, però, uno scontro, alla fine del quale muore la povera Ariana, innocente, a causa di un incantesimo andato storto.

La voce di Aberforth si spezzò ed a questo punto Hermione cerca di consolarlo. Harry, invece, afferma che Albus era una brava persona, che sapeva quel che faceva e voleva che lui portasse a termine un lavoro molto importante.
Il povero signore, a tal punto, si arrende e spiega ad i tra ragazzi che ormai le vie segrete per entrare ad Hogwarts erano sorvegliate, eccetto una, infatti, improvvisamente  Aberforth ordina alla ragazza nel quadro, Ariana, di andare a chiamare una certa persona. Una volta tornata, insieme a lei c’è anche un altro ragazzo, pieno di ferite: Neville Longbottom, che una volta uscito dal ritratto, gioisce per la vista dei suoi cari amici di scuola, ancora vivi.

Capitolo 29: Dopo l’arrivo di Neville, il ragazzo porta i suoi compagni lungo il tunnel verso Hogwarts, discutendo di come fossero cambiate le cose durante l’anno scolastico.
Purtroppo, di quei tempi, i ragazzi erano sottoposti ad una specie di dittatura, infatti erano state inserite punizioni molto dolorose, come quelle che aveva subito Neville. Inoltre, erano stati assunti come insegnanti due mangiamorte, i fratelli Crawell, ed inseriti i dissennatori all’interno dell’edificio.
L’unica possibilità che avevano di sopravvivere era rifugiarsi nella Stanza delle Necessità, infatti, una volta terminato il tunnel, i quattro ragazzi uscirono proprio lì, dove li attendevano molti dei loro amici.

Giunti a destinazione e salutato ognuno dei cari amici che non si vedeva da molto tempo,  Hermione, Harry e Ron, senza fare riferimenti alla loro ricerca degli horcrux, chiesero quale fosse un oggetto molto antico ed importante per la scuola. La risposta fu: il Diadema perduto di Priscilla Corvonero.
 A tal punto, però, si chiesero dove potesse essere quell’oggetto e per prima cosa si decise di controllare  la sala comune della casa di Corvonero, infatti, Harry e Luna, coperti dal mantello, si avviarono, ma una volta entrati, Harry decise di uscire fuori dal mantello e, per questo, furono fermati da una strana strega, Alecto Crewell.

Capitolo 30: A questo punto, avendo messo in trappola Harry Potter, con un tocco sul braccio sinistro,viene chiamato  il Signore Oscuro, ma, di conseguenza, uno schiantesimo proveniente dal nulla, lo colpisce in pieno petto facendolo cadere privo di sensi, era Luna.
Questo, però, genera un gran frastuono che attira tutta la casata di Corvonero, insieme al fratello della vittima, Amycus.
Egli, però, non riesce ad entrare a causa del solito indovinello posto all’ingresso della sala comune di Corvonero.

Dopo di lui, anche la professoressa McGonnall si precipita lì ed, una volta risolto il quiz, viene ordinato agli studenti che si erano alzati di tornare nei dormitori.
Di seguito, rivolgendosi alla sorella priva di sensi, Amycus si chiede perché mai avesse pigiato il dito sul marchio nero senza aver catturato “il Prescelto”.
Il mangiamorte, ancora infuriato, decide di dare la colpa agli alunni, ma la professoressa McGonnall controbatte spiegando al mangiamorte che bisogna essere onesti nella vita. Quest’ultimo non la prende tanto bene, infatti, le sputa in faccia. Qui, Harry, non potendo contenere la rabbia, esce da sotto il mantello ed effettua, per la seconda volta nella sua vita, una Maledizione Senza Perdono: la Maledizione Cruciatus.

Di seguito a questa scenata, il ragazzo viene intimato di lasciare il castello e di mettersi in salvo. Egli, però, spiega alla professoressa che presto la scuola sarebbe stata attaccata da Voldemort ed i suoi seguaci e che ha bisogno di un po’ di tempo per  cercare un oggetto molto prezioso per la sconfitta del Signore Oscuro.

Capitolo 31: A questo punto, vengono radunati tutti e quattro i direttori delle case ed il preside, Piton, che, però, fugge, dimostrando ancora una volta di essere un vigliacco.
Intanto i direttori delle case si organizzano per l’evacuazione degli studenti più giovani e per la protezione del castello.
Nel mentre Harry, che stava pensando a come fare per trovare quel diadema, chiede al professor Flitwich, che si stava dando da fare per la protezione della scuola, se fosse a conoscenza di quell’antico oggetto.
La sua risposta è che nessuno, a memoria d’uomo l’ha mai visto, nessuno… Da qui la mente di Harry inizia a pensare molto in fretta ed in fine arriva alla soluzione: i fantasmi delle case.
Subito dopo, il ragazzo si mette alla ricerca di Nick-Quasi-Senza-Testa e dopo averlo individuato, chiede lui chi fosse il fantasma della casa di Corvonero.
La sua risposta è che il fantasma di Corvonero è la Dama Grigia, dalla quale Harry si precipita e, con un po’ di pazienza, riesce a farsi dire quale fine abbia fatto la diara di Priscilla Corvonero, infatti, anche se il fantasma non è più a conoscenza del luogo in qui l’oggetto sia finito, dopo averlo consegnato a Tom Riddle, Harry riesce a ricordare che, quando entrò nella stanza delle necessità l’ultima volta, aveva notato una strana corona posta sopra un busto di pietra.

Dopo aver ringraziato la Dama Grigia per il suo aiuto, si precipita verso la stanza delle necessità più veloce che può, ma durante il suo tragitto, viene ostacolato da Ron ed Hermione, che  nel frattempo avevano aperto la Camera dei Segreti, grazie a Ron che, pur non sapendo parlare il serpentese, ricordava la parola chiave per accedere alla camera. Qui, i due avevano recuperato dei denti di Basilisco e grazie ad uno di essi erano riusciti a distruggere la Coppa di Tassorosso.

Contento di aver ritrovato i suoi cari amici, Harry si incammina verso la Stanza delle Necessità insieme a loro e, assicuratosi che non ci fosse più nessuno all’interno, fa apparire la stanza dove si nasconde tutto.
Da qui inizia la loro ricerca dell’horcrux, ma una volta trovato, fanno la loro apparizione Crabbe e Goyle, come al solito accompagnati da Draco Malfoy.
 Lord Voldemort  aveva  immaginato che Harry Potter avesse scoperto il luogo dove aveva nascosto il diadema e, per questo motivo, aveva mandato  quei tre ragazzi per impedire che ciò accadesse.

Draco, Crabbe e Goyle, però, non riescono nel loro intento e rischiano anche di uccidere il Prescelto, ciò che non voleva il Signore Oscuro, dato che voleva porre fine alla sua vita di persona.
Alla fine dello scontro, una maledizione generata da Crabbe (Ardemonio), molto sofisticata, causa un incendio che brucia tutti gli oggetti, antichi e preziosi, che, gli studenti, avevano lasciato in quel posto da anni ed anni.

I ragazzi, a questo punto, hanno pochissimo tempo per fuggire e, perciò, colgono l’occasione e montano su delle scope che si trovavano lì vicino. Prima di abbandonare la stanza, però, Harry fa un piccolo gesto di pietà verso Draco e Goyle, anche se prima volevano ucciderlo, infatti, scende in picchiata verso terra e li fa salire sulla scopa, privi di sensi, eccetto Crabbe, che, con ogni probabilità, era morto. Insieme ad i due ragazzi, Harry scorge il diadema di Priscilla Corvonero e corre più in fretta che può per recuperarlo, anche se per poco non ci rimane secco.
Di seguito i ragazzi fuggono via dalla stanza ed intrappolano il fuoco che lo aveva rincorso fino a quel momento in essa.

Una volta fuori il diadema si rompe in due metà, dato che era stato colpito dalla maledizione di Crabbe, la quale era in grado di distruggere gli horcrux.
Contenti di aver fatto fuori la diara, i tre scendono al piano inferiore per combattere insieme ad i loro compagni, ma una volta arrivati, assistono alla morte del povero Fred Weasley, colpito da crollo del corridoio, lo spettro della sua ultima risata impressa sul suo volto…

Capitolo 32: A seguito di quella forte esplosione il mondo sembrava essere finito, ma gli studenti ed i mangiamorte stavano continuando a duellare.
A questo punto, portando in spalla il cadavere del loro caro amico, scesero al piano inferiore per decidere il da farsi, ma in quell’istante Harry si abbandonò ad i pensieri di Voldemort e vide che costui si era rifugiato nella Stamberga Strillante e con lui vi erano anche Nagini, custodito in una grande sfera magica, e Lucius Malfoy , al quale il Signore Oscuro chiede di portargli Severus Piton.

Ridestatosi, Harry racconta ad i suoi compagni ciò che ha visto, affermando di voler andare nel Salice Schiaffeggiante, per distruggere l’ultimo horcrux, il serpente.
Incamminatisi verso il grande albero, però, i ragazzi trovano il povero Hagrid in difficoltà, intrappolato tra una marea di ragni giganti.
A questo punto, i tre ragazzi cercano di dargli un aiuto per salvarlo, ma in vano, infatti, qualche secondo più in là, l’aria inizia a farsi stranamente molto fredda… erano i Dissennatori.
Il panico si propagò in men che non si dica ed, a causa delle continue preoccupazioni e paure che avevano accumulato durante la battaglia, né Ron, né Hermione, né Harry, riuscirono ad evocare un Patronus, rischiando di essere baciati. Per loro fortuna, arrivano in loro aiuto Luna, Seamus ed Ernie, che con i loro Patroni, riuscirono a salvare la vita ad i loro compagni.
Un attimo più tardi, però, furono costretti a darsela a gambe levate, dato che si stavano unendo alla battaglia, anche i giganti, che per poco non li calpestavano.

Dopo essere fuggiti, si recano al Salice Schiaffeggiante e, dopo essere entrati, si ritrovano ad osservare Voldemort che fronteggiava Piton.
Qui i tre ragazzi, sempre coperti dal Mantello dell’Invisibilità, assistono alla morte del loro ex professore, infatti, Voldemort credeva di non poter essere lui il legittimo proprietario della Bacchetta di Sambuco, finchè il vecchio proprietario fosse rimasto in vita, Severus, dato che era stato lui ad uccidere Albus Silente.

Di seguito al omicidio appena compiuto, il Signore Oscuro abbandonò la vittima lì ed uscì dal Salice Schiaffeggiante. A questo punto, Harry ne approfitta per andare da Piton, morente, il quale afferra il ragazzo per il bavero dicendogli, con le ultime forze che gli erano rimaste,  di raccogliere in una  fiala le sue lacrime.

Capitolo 33: A quel punto, i ragazzi si preparano a tornare al castello, ma una voce melliflua, proveniente da chissà dove, annuncia la ritirata dei mangiamorte e rivolgendosi ad Harry stesso, chiede a lui di consegnarsi entro un’ora, se non vuole far ricominciare lo scontro.

Cessato il discorso di Lord Voldemort, i tre ragazzi si incamminano verso il castello. Una volta entrati la scena di una marea di ragazzi morti per lui, Harry, lo fece agghiacciare.
Vedeva i poveri Weasley riuniti attorno al cadavere del loro figlio, ed accanto a lui, Remus Lupin e Tonks, morti insieme…
Non ce la faceva  a restare lì, a vedere tutti quei cadaveri, per questo motivo, da solo, si incamminò verso lo studio del preside ed una volta entrato si reca verso il Pensatoio di Silente dove versa le lacrime di Severus.
Una volta immerso in quei pensieri, Harry scopre la vera identità del suo ex professore, il quale era sempre stato dalla parte di Silente, poiché aveva amato ardentemente  Lily Evans, la madre di Harry, sin da bambino.
Si scopre anche che l’assassinio di Albus era stato previsto, dato che la sua vita era già a rischio a causa di una maledizione che lo aveva colpito, la quale era a protezione dell’Anello dei Gaunt , l’horcrux distrutto da egli stesso. Inoltre, si scopre che il Patronus che era venuto in suo aiuto nella Foresta di Dean, era il suo, una cerva, a simboleggiare il suo vero amore verso Lyli, la quale aveva lo stesso Patronus.
I pensieri continuavano a cambiare e continuavano a sorprendere il ragazzo, che, infatti, scopre che non era stata sua intenzione ferire George con la Maledizione Sectumsempra, bensì egli voleva colpire uno dei mangiamorte che era con lui quella sera e che stava scagliando una maledizione contro Lupin, rischiando di farlo precipitare.
Con sua enorme sorpresa, inoltre, Harry scopre di essere il settimo horcrux da distruggere, dato che, la notte nella quale vennero uccisi i suoi genitori, Voldemort aveva inavvertitamente depositato un pezzetto della sua anima nel bambino, conferendogli varie capacità sue, come parlare il serpentese.

Capitolo 34:Ritornato in sé, Harry capì che non gli restava altro che consegnarsi a Voldemort, per distruggere il penultimo horcrux che era in lui.
Scese le scale, coperto dal Manello, si ritrovò difronte Neville, al quale chiede, in caso lui, Ron ed Hermione non potessero farcela, di uccidere Nagini, il serpente di Voldemort. Egli risponde affermativamente e, di seguito, si mette subito al lavoro per sistemare i cadaveri dei ragazzi morti.

Uscito dal castello, Harry si reca all’ingresso della Foresta Proibita, ma prima di entrarvi, non sapendo il perché, prende dalla saccoccia che portava al collo, il boccino donatogli da Silente, ed, istintivamente, vi posa sopra le labbra sussurrando: ”Sto per morire”.
 A queste parole il boccino si spezza rivelando il suo interno: la Pietra della Resurrezione.

Contento che la sua tesi del contenuto del boccino, il ragazzo rigira tre volte la pietra tra le mani ed, improvvisamente,  comparvero le sagome dei suoi cari: Lupin, Lily, James e Sirius.
Costoro confortano il ragazzo, dicendogli di esser fieri lui e che non lo avrebbero mai lasciato.

Di seguito, accompagnato dai suoi cari, si addentrò nella Foresta insieme a loro. Poi, d’un tratto delle voci in lontananza si udirono: erano i mangiamorte che stavano aspettando che arrivasse.
Subito dopo, infatti, conclusa l’ora di tempo per Harry, i servitori del Signore Oscuro, si recano da lui per annunciare che il ragazzo non si era fatto vivo.
All’improvviso, però, toltosi  il Mantello di dosso, Harry si mostra  a Lord Voldemort, il quale aveva  previsto il suo arrivo.
Poi la voce di Hagrid, il gigante buono, incatenato ad un albero, il quale  lo rimprovera per ciò che sta facendo. Egli, però, viene messo a tacere e subito dopo prende la parola il Signore Oscuro, che, con un gesto della bacchetta, mette fine alla vita del ragazzo.

Capitolo 35: Harry si risveglia in un luogo dove il tempo scorre in modo strano, che a poco a poco si rivela essere la stazione di King’s Cross deserta, dove incontra Albus Silente. Questi spiega a Harry tutte quelle cose che sulla Terra non gli aveva mai potuto o voluto svelare, tra le quali che Harry non può essere ucciso da Voldemort, poiché il Signore Oscuro ha usato il sangue di Harry per ricreare il proprio corpo, e la protezione di Lily lega entrambi (per questo era necessario che fosse proprio Voldemort a colpirlo con l'Avada Kedavra, e se Harry fosse stato colpito dall'Anatema che Uccide da un altro mago sarebbe morto del tutto). Il vecchio Preside tenta di spiegargli anche perché la bacchetta di Lucius Malfoy non aveva funzionato la notte che aveva lasciato Privet Drive: essendo legati dal frammento di anima di Voldemort all'interno di Harry e dalla protezione di Lily che scorreva nel sangue di entrambi, la bacchetta di agrifoglio aveva assorbito parte dei poteri magici di Voldemort la notte della sua resurrezione nel cimitero di Little Hangleton, e che durante l'inseguimento ella aveva riconosciuto in Voldemort insieme un assassino ed un fratello, rigurgitandogli contro parte del potere che aveva assorbito. Silente continua poi dicendo che aveva "indovinato" che Harry avrebbe voluto lasciarsi volontariamente uccidere, in modo che l'incantesimo di Voldemort distruggesse definitivamente solo la parte dell'anima di Voldemort che Harry aveva dentro di sé. Harry viene anche a sapere che, in gioventù, Silente stesso aveva cercato i Doni della Morte insieme a Grindelwald, allo scopo di soggiogare i Babbani "Per il Bene Superiore". Durante un litigio con Aberforth, che gli rimproverava di trascurare la sorella malata Ariana (era stata attaccata ancora bambina da tre ragazzi Babbani, su cui Percival Silente  si era vendicato finendo per questo ad Azkaban), Grindelwald aveva rivelato la sua natura malvagia e c'era stata una lotta tra Albus, Aberforth e Grindelwald, in cui Ariana era morta colpita da un incantesimo scagliato da uno dei tre, non fu mai chiaro con precisione chi. Infine Silente confessa ad Harry di aver capito da queste disavventure di non essere degno di possedere i Doni, che gli era stato concesso di poter utilizzare correttamente soltanto la Bacchetta di Sambuco, in quanto Silente l'ha usata non per proprio tornaconto ma per proteggere gli altri dall'immane potenza di quel Dono, mentre la Pietra della Resurrezione l'avrebbe usata per richiamare i propri cari dal proprio riposo invece che consentire il sacrificio di se stesso, come aveva fatto Harry, e che il Mantello dell'Invisibilità non avrebbe potuto funzionare per lui come per Harry, che ne era il degno erede in quanto lontano discendente del terzo fratello, Ignotus Peverell. Silente aveva infatti riconosciuto la Pietra incastonata nell'anello di Orvoloson Gaunt, e reso folle dal proprio desiderio di rivedere i genitori e la sorella in modo di dirgli quanto era dispiaciuto per le loro morti, tentò di usare il secondo Dono, noncurante della maledizione mortale che Voldemort le aveva impresso per proteggere l'Horcrux e che, di fatto, segnò la sua condanna a morte. Silente considera Harry il prescelto per riunire finalmente i tre oggetti, perché il vero Padrone della Morte accetta di dover morire e sa che ci sono cose nel mondo dei vivi ben peggiori della morte. Il dialogo termina con Harry che chiede a Silente se questa scena sia reale o si stia svolgendo nella sua testa e Silente risponde che ovviamente si sta svolgendo nella sua testa, ma ciò non vuol dire che non sia reale. Harry ha comunque la possibilità di scegliere se andare avanti come il Preside o tornare indietro per cercare di fermare Voldemort, cosa che decide di fare, a malincuore, ma senza esitazione.

Capitolo 36: Ritornato in sé, Harry, non sente né urla di gioia, né risate, infatti, i mangiamorte erano rimasti tutti in silenzio a guardare il corpo del ragazzo.
Poi, d’improvviso, la voce di Voldemort ordina di andare a controllare se il ragazzo fosse vivo o meno.
La mangiamorte mandata a controllare Harry, era Narcissa Malfoy.
Quest’ultima, sentendo il battito del cuore del ragazzo, si accorge che egli è vivo, ma, invece di urlarlo, chiede ad Harry se il figlio  fosse ancora vivo.
Il ragazzo risponde ”Sì” alla domanda e allora, mentendo, la mangiamorte annuncia al resto del gruppo che il ragazzo è morto, dato che l’unico modo per andare a recuperare Draco, era entrare nel castello vittoriosi.

A questo punto urla di gioia e di trionfo si levano tra la folla e, su ordine di Voldemort, Hagrid prende il presunto cadavere di Harry e lo porta indietro ad Hogwarts.
Arrivato ai confini del castello, fra la disperazione di coloro che sono lì,  egli posa delicatamente il corpo di Harry ai piedi di Voldemort, come gli viene  detto.
 Di seguito, molto coraggiosamente, Neville affronta Voldemort, rifiutando l'offerta di diventare un Mangiamorte e unirsi a lui.
Così Voldemort tortura Neville paralizzandolo, e facendogli indossare il Cappello Parlante, a cui aveva dato fuoco. In quell'istante, i centauri della Foresta Proibita (che poco prima Hagrid aveva insultato per non aver aiutato i difensori di Hogwarts) danno il loro contributo, attaccando con le loro frecce .
 Nella confusione che segue, Harry si copre con il Mantello dell'Invisibilità, e Neville riesce a liberarsi dal cappello e a uccidere Nagini, decapitandola con la spada di Godric Grifondoro, che estrae dal Cappello Parlante, proprio come aveva fatto Harry contro il Basilisco nella Camera dei Segreti.

La battaglia era ricominciata e, questa volta i combattenti di Hogwarts erano in maggioranza, siccome accorsero in loro aiuto anche i centauri ed i thestral, i quali cercavano di accecare i giganti nemici.
Proprio per la presenza dei giganti, la battaglia continuò, però, dentro il castello, dove non si correva il rischio di essere calpestati.
Qui Harry, aveva ancora addosso il Mantello dell’Invisibilità, grazie al quale riusciva ad aiutare i suoi compagni contro i mangiamorte, senza farsi vedere.

D’un tratto, però,  due scontri attirano la sua attenzione: Voldemort che duellava contro la McGonnall, Lumacorno e Kingsley; e Ginny, Hermione e Luna che duellavano contro Bellatrix.
Quest’ultima scaglia una Maledizione Mortale contro la povera Ginny  che la sfiora. A questo punto, però, si fa avanti Molly Weasley, la quale, infuriata contro Bellatrix per aver quasi ucciso sua figlia, duella da sola contro di lei ed alla fine ha la meglio, riuscendo a mettere fine alla sua vita.

La perdita di uno dei suoi migliori combattenti, non passa inosservata a Lord Voldemort che scaglia una Maledizione contro Molly, che, però, viene protetta da Harry che , ancora sotto il Mantello, effettua un Incantesimo Scudo.
 A questo punto, il ragazzo è costretto ad entrare allo scoperto, con lo stupore e la gioia di tutti i presenti nel vederlo vivo.
Poi, all’improvviso, Harry e Voldemort si guardarono fissi negli occhi ed il silenzio calò.
Iniziarono a girare formando un cerchio perfetto, mentre la folla li guardava senza batter ciglio.
Subito dopo, Harry iniziò a parlare al suo nemico che lo fronteggiava spiegandogli argomenti che lui fino a quel momento aveva ignorato, siccome, secondo lui, erano troppo insulsi per un mago  così potente.
Di seguito rivelò al Signore Oscuro chi fosse il vero proprietario della Bacchetta di Sambuco, ovvero Harry, dato che Silente era stato disarmato da Draco Malfoy, che a sua volta era stato disarmato da Harry. Voldemort aveva ucciso la persona sbagliata per impossessarsi della Stecca della Morte. Aveva ucciso Piton che per tutti quegli anni aveva fatto il doppiogiochista contro di lui, da quando aveva messo fine alla vita della sua amata Lily.

Dopo questo discorso, la rabbia di Lord Voldemort ribollì dentro di lui, siccome il ragazzo credeva di saperne più di lui, ma egli sfoderò la bacchetta nello stesso instante in cui la sfoderò il suo avversario e scagliò una Maledizione sul ragazzino.
Harry fece lo stesso, scagliando contro il rivale un Incantesimo di Disarmo.
A questo punto lo scontro dei due Incantesimi generò un gran frastuono ed alla fine Lord Voldemort, il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi venne sconfitto, ucciso dal rimbalzo della sua stessa Maledizione.

Harry ne uscì vittorioso, ed afferrò al volo la Stecca della Morte, sottratta al suo rivale; urla di gioia e di vittoria si alzarono da ogni angolo del castello e tutti i suoi cari, amici e professori vennero ad abbracciarlo: ce l’aveva fatta, aveva sconfitto il Signore Oscuro ed, ora, era anche il Padrone della Morte.
Nei giorni successivi, i mangiamorte che erano sopravvissuti sarebbero stati spediti ad Azkaban, gli innocenti, invece, sarebbero stati liberati  dalla prigione  e coloro che erano sotto l’effetto della Maledizione Imperius, sarebbero stati liberi.

tutti i presenti si complimentarono con Harry per la vittoria, ma egli desiderava solo fare un bel riposino.
Poi, Luna lo aiutò, distraendo i compagni che stavano festeggiando, permettendogli di indossare il Mantello. A questo punto, raggiunse i suoi amici Ron ed Hermione, che non lo avevano mai abbandonato in quel lungo e tortuoso viaggio, rischiando più e più volte di morire.
Dopo averli chiamati li portò con lui nell’ufficio del Preside dove venne accolto da tutti i ritratti lì presenti con un applauso caloroso.
Di seguito si rivolse al suo amato Albus Silente, che in quel momento stava piangendo per la commozione. A lui Harry spiegò che non voleva tenere la Pietra della Resurrezione, lasciandola nella Foresta Proibita dove gli era caduta, dove nessuno l’avrebbe mai cercata. Poi decise anche di rimettere al posto la Bacchetta di Sambuco nella tomba del professore, ma prima di farlo riparò la sua vecchia bacchetta, siccome la Stecca della Morte aveva poteri mai visti.
Per ultimo, Harry decise di continuare a tenere con sé il Mantello dell’ Invisibilità, che gli era stato regalato da suo padre ed anche lui voleva fare lo stesso.
Alla fine i due si scambiarono un sorriso ed i tre uscirono dalla stanza, avevano bisogno di riposare.

                                                                 

                                                           19 ANNI DOPO


Quella mattina d’autunno il cielo era ricoperto di nebbia. La scuola era ricominciata ed Harry, assieme a sua moglie Ginny, si trovava al binario 9 3\4 e i ragazzini non vedevano l’ora di prendere l’Hogwarts Express e partire.
Albus, però, aveva paura e temeva di essere smistato in Serpeverde. Il fratello James, perciò, lo stuzzicava, ma il padre veniva a rassicurare il figlio minore. Lily, invece, era piccola per andare a scuola e doveva aspettare ancora un po’ prima di andare.

Arrivati alla stazione, la nebbia ed il fumo del treno coprono tutta la visuale, ma, d’un tratto scorsero le sagome di Ron ed Hermione, anche loro sposati, che portavano i loro figli a prendere il treno per la scuola: Rose ed Hugo.
 A questo punto  i quattro amici scambiano qualche parola e scorgono in lontananza il loro “amico” Draco, il quale portava anch’egli il figlio Scorpius a scuola.

Alla fine, dopo aver salutato ognuno i propri figli ed aver rassicurato il piccolo Albus che non avrebbe dovuto avere paura di capitare in Serpeverde, i bambini salirono sull’Hogwarts Express, salutando con la mano i genitori che li ricambiarono. Di seguito la mano di Harry andò a sfiorare  la sua cicatrice. Non gli faceva male da più di diciannove anni…andava tutto bene.
i essere smistato in Serpeverde. Il fratello James, perciò, lo stuzzicava, ma il padre veniva a rassicurare il figlio minore. Lily, invece, era piccola per andare a scuola e doveva aspettare ancora un po’ prima di andare.

Arrivati alla stazione, la nebbia ed il fumo del treno coprono tutta la visuale, ma, d’un tratto scorsero le sagome di Ron ed Hermione, anche loro sposati, che portavano i loro figli a prendere il treno per la scuola: Rose ed Hugo.
 A questo punto  i quattro amici scambiano qualche parola e scorgono in lontananza il loro “amico” Draco, il quale portava anch’egli il figlio Scorpius a scuola.

Alla fine, dopo aver salutato ognuno i propri figli ed aver rassicurato il piccolo Albus che non avrebbe dovuto avere paura di capitare in Serpeverde, i bambini salirono sull’Hogwarts Express, salutando con la mano i genitori che li ricambiarono. Di seguito la mano di Harry andò a sfiorare  la sua cicatrice. Non gli faceva male da più di diciannove anni…andava tutto bene.