venerdì 10 febbraio 2017

Ettore e Andromaca nell'Iliade (Ines Cartolano, Chiara Vegliante)



L’episodio di Ettore e Andromaca è uno degli episodi più belli e toccanti fra tutti quelli narrati nell’Iliade, che di solito parlano di guerra e di scontri: in quest’episodio, a differenza di tutti gli altri, Omero lascia spazio ai sentimenti e alla natura più intima dei personaggi:

Partì, così dicendo, Ettore elmo abbagliante; 
e giunse in breve alla sua comoda casa;
ma non trovò nella sala Andromaca braccio bianco
perch’ella, col bambino e un’ancella bel peplo, 
stava sopra la torre, desolata, gemente. [...]
E quando, attraversata la gran città, giunse alle porte Scee,
da cui doveva uscir nella piana, qui la sposa ricchi doni
gli venne incontro correndo.
(Iliade, VI, 369-394, con tagli)
Il brano inizia con Ettore che cerca Andromaca a casa e le ancelle gli riferiscono che è uscita con il loro figlio, Astianatte: così Ettore va a cercarli e li trova alle porte Scee.
Lì inizia la conversazione tra i due: Andromaca gli va incontro con in braccio loro figlio e principalmente chiede al marito di non andare in guerra e di non abbandonare lei e il loro figlio, che è così piccolo, ma, soprattutto, di non abbandonare lei, che senza di lui preferirebbe non vivere, trascorrere il resto dell’eternità negli inferi piuttosto che vivere una vita vuota, senza neanche una gioia, ma piena di pene. 
Andromaca non riuscirebbe a superare una ulteriore morte. Fin da giovane, infatti, fu privata della sua famiglia, perché Achille uccise suo padre e bruciò la loro città: i suoi fratelli erano sette e tutti furono uccisi da Achille; l’unica che era rimasta era la madre ma anche lei uccisa da Artemide arciera.
Ettore per Andromaca non era solo suo compagno, ma era anche suo padre, sua madre, suo fratello, era tutto per lei. 
Ettore le risponde che anche lui sapeva delle pene che gli procurava, ma fin da piccolo era stato abituato a combattere; era a conoscenza che Troia prima o poi sarebbe crollata, che i suoi cittadini sarebbero stati schiavi e che anche sua moglie sarebbe stata portata via in lacrime da un Acheo. Le dice che lei soffrirà molto e che le persone guardandola si prenderanno gioco di lei ma questa è la cosa che lui non potrà evitare. Aggiunge che spera di essere già morto quando succederà tutto questo, perché non potrebbe sopportarlo.
Dopo aver parlato con la moglie prende in braccio suo figlio che, al primo impatto, scoppia a piangere vedendo suo padre con l’armatura, così Ettore toglie l’elmo e prega gli Dei di far crescere suo figlio sano e forte e spera che un giorno le persone diranno “è molto più forte di suo padre”. Dopo ridà il figlio alla madre e torna a casa dove incontra le ancelle che vedendolo scoppiano a piangere perché consapevoli del fatto che non lo rivedranno più. Così si conclude questo brano. 
Omero in questo brano lascia molto spazio alle emozioni, agli stati d’animo dei personaggi ma, soprattutto, ci fa capire davvero chi è Ettore e chi è Andromaca. Nella prima parte si capisce tutta la storia di Andromaca e si manifestano le sue paure. Come prima cosa si nota che lei ha moltissima paura di rimanere sola per l’ennesima volta. Il momento in cui le dice che preferirebbe morire con lui piuttosto che vivere senza di lui, è un momento molto bello, perché evidenzia l’importanza che può avere una persona nella vita di qualcun altro, il non riuscire a vivere senza la presenza di qualcuno nella tua vita; in questo caso Andromaca specifica che Ettore è l’unica persona che riesce a portare felicità nella sua vita, l’unica persona che gli ha sempre dato la forza di andare avanti, per questo senza di lui, nella sua vita non ci sarebbe più felicità, ma soltanto pene. Poi dice che Achille gli ha ucciso tutta la famiglia e, quindi, in qualche modo le ha tolto anche un pezzo della sua vita, privandolo dell’amore paterno e materno, della compagnia dei suoi fratelli. Questo mostra che lei è una donna forte perché, nonostante tutto quello che le è successo, è ancora in piedi ed ha ancora la forza di andare avanti. Una cosa che risalta più di tutte le altre è l’amore fra i due, che è un sentimento fortissimo. Poi parla Ettore e si capisce che non è solo un guerriero, ma è anche una persona fragile che è abituata a lottare e, per questo, deve morire in guerra. Poi si vede che Ettore non riuscirebbe a vedere sua moglie piangere, soffrire perché, soffrirebbe anche lui con lei, ed anche qui risalta il loro legame forte, solide e che solo la morte può rompere. 
Un altro momento bellissimo e commovente è quando prende in braccio suo figlio e lui si mette a piangere, non riconoscendolo, non avendolo mai visto così: Ettore fa una preghiera per suo figlio agli dei e li prega di farlo crescere forte e di farlo diventare perfino più forte di lui e, così, dimostra l’amore nei confronti di suo figlio che è più forte di tutto il suo orgoglio.